Busto, Messa di Pasqua in streaming. Il Prevosto: «Tristezza ma anche speranza»

BUSTO ARSIZIO – «Una Pasqua di tristezza e inquietudine, ma anche di speranza». Così il Prevosto di San Giovanni, monsignor Severino Pagani, ha parlato alla città nell’omelia della Santa Messa in Basilica, celebrata a porte chiuse davanti ad una delegazione dell’amministrazione comunale e trasmessa in diretta streaming sulla webtv comunale con decine di fedeli collegati.

Porte chiuse ma online

Fortemente voluto dal sindaco Emanuele Antonelli e dall’assessore ai servizi sociali Osvaldo Attolini, l’esperimento della Messa di Pasqua in diretta streaming sembra essere stato apprezzato dai bustocchi. Pur con qualche difficoltà di collegamento video nei primissimi minuti della celebrazione (funzionava solo l’audio), la trasmissione ha tenuto incollati allo schermo una media tra i 70 e i 90 utenti contemporaneamente. Non sono le centinaia di fedeli che normalmente affollano la Basilica la domenica mattina di Pasqua, ma comunque il messaggio della Chiesa di Busto ha avuto una eco importante, nei giorni del lockdown che impongono ai prelati di dire Messa senza la presenza fisica della comunità che si raduna. Di fronte alle tante panche vuote, don Severino ammette: «Tutti sono idealmente rappresentati. Mi sembra di vedere il volto, il posto dove abitualmente ciascuno si mette nella chiesa».

«Tornare alla normalità»

Nell’omelia il Prevosto di Busto ha parlato di una «Pasqua di tristezza, inquietudine e speranza. Sono le tre figure del volto della gioia di Pasqua: così la nostra gioia sarà completa». Anche «il pianto, la tristezza e il dolore» che viviamo nella distanza, nella solitudine e per via della malattia e dell’ombra della morte di questi giorni di emergenza «sono sentimenti di Pasqua, che è una gioia che nasce all’ombra del Crocifisso, del Venerdì Santo. Le settimane che stiamo vivendo ci permettono di vivere in pienezza la tristezza, quella di Maria di Magdala che piange fuori dal sepolcro di Gesù Cristo». Anche l’inquietudine, prosegue Pagani, «che ci pone domande, “ma che senso ha tutto questo? c’entra Dio, c’è davvero?”» è in qualche modo «salutare» perché «fa crollare un senso di onnipotenza acquisito durante gli anni, sconvolge un nostro fragile benessere. Avevamo tutto, stavamo bene e Dio rischiava di diventare superfluo. Ha fatto crollare le nostre certezze fondamentali, e allora dal Dio inutile, superfluo o dimenticato torniamo a ricercare un senso, un Dio che dia un significato alla nostra esistenza. Dove abbiamo posto Dio? L’inquietudine è indispensabile per arrivare alla gioia spirituale e completa della Pasqua». Ecco che «il percorso» della Pasqua diventa quanto mai emblematico in questo periodo in cui cerchiamo una rinascita anche della nostra vita civile. E accanto a tristezza e inquietudine c’è anche «speranza, che non è solo il lieto fine scontato di una storia triste, è qualcosa di più». Tra i «segni di speranza» il Prevosto mette anche la «riconoscenza di fronte a tutte quelle persone che in tanti luoghi, negli ospedali, case anziani, nelle famiglie, vanno a prendersi cura del fratello». E la speranza di «tornare alla normalità cacciando via la tristezza» è la nostra Pasqua di quest’anno. Più viva e intensa.

Il canto per il Papa

Nel corso della celebrazione c’è spazio anche per i contributi dei ragazzi dell’oratorio, che da casa hanno fatto pervenire oltre «300 disegni e decine e decine di preghiere», tra cui quelle per i nonni ospiti all’istituto La Provvidenza. E in conclusione, oltre all’invocazione alla Madonna dell’Aiuto, colei che scacciò la peste da Busto, viene intonato un canto, intitolato “Perché avete paura?” composto dal maestro di organo Isaia Ravelli e ispirato alla preghiera del Papa solitario in piazza San Pietro. «L’abbiamo inviato a Papa Francesco che ha risposto ringraziandoci attraverso il suo cerimoniere – rivela monsignor Severino Pagani – siamo sicuri che la sua preghiera proteggerà anche la nostra città».

I rappresentanti della Città

In Basilica c’erano solo le delegazioni dell’amministrazione comunale e del consiglio pastorale, uniche autorizzate a presenziare alla celebrazione vietata ai fedeli. In prima fila il sindaco Emanuele Antonelli e il presidente del consiglio comunale Valerio Mariani, ciascuno con la mascherina e su una panca diversa, rigorosamente distanti. Dietro, una panca per ciascuno, la vicesindaco Manuela Maffioli e gli assessori Osvaldo Attolini, Gigi Farioli e Laura Rogora. «Una Messa diversa, una Pasqua insolita, ma come ha detto Monsignore Pagani “la speranza è quella di cacciare via la tristezza e tornare quanto prima alla vita normale”» le parole del sindaco Emanuele Antonelli. «Una profonda emozione – il commento della vicesindaco e assessore alla cultura e identità Manuela Maffioli – un’esperienza straniante. Una responsabilità di intima vicinanza. Una celebrazione che passerà, nostro malgrado, alla Storia». La vicesindaco rivolge gli auguri di «Buona Pasqua. A chi piange i propri affetti senza averli visti andare via. A chi lotta, a casa o in ospedale, e a coloro che se ne prendono cura. A chi è in una struttura, dentro la propria paura, e a chi ne ha la responsabilità. A chi, sulle strade, vigila su rispetto e sicurezza. A chi sta sostenendo l’economia, anche per garantirci l’essenziale. A chi si prende cura delle anime e ci fa da tramite col Cielo. Agli operatori dell’informazione, che tengono deste le coscienze. Buona Pasqua ai dipendenti comunali, che, anche da casa, continuano ad affiancarci e a supportarci nelle azioni necessarie alla cittadinanza».

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