A Busto la mostra «speciale» di Giuseppe Portella con i ragazzi del Cdd Belotti Pensa

BUSTO ARSIZIO – Arte contemporanea di alto livello, con un messaggio sociale altrettanto importante: cultura e sociale vanno a braccetto nella mostra “Dualismo di luce” di Giuseppe Portella, che verrà inaugurata venerdì 5 maggio alle 18 nello spazio delle esposizioni temporanee di palazzo Marliani Cicogna, in piazza Vittorio Emanuele II. La particolarità delle opere di Portella è che sono realizzate con terre rare fotoluminescenti, che assorbono la luce solare e la rilasciano al buio: assumono dunque colori diversi alla luce e al buio.

Due assessorati in campo

«Un artista di grande fama con un curatore di grande fama, Fortunato D’Amico, per una mostra decisamente speciale» sintetizza la vicesindaco e assessore alla cultura Manuela Maffioli, facendo riferimento anche al ruolo fondamentale che giocano in questa esposizione i “ragazzi” del Centro Diurno Disabili Belotti Pensa, che con Portella sono stati anche protagonisti della creazione di un’opera “a venti mani” che sarà in mostra. «L’idea è di portare fuori gli eventi del CDD tra le persone cosiddette “normali”, perché la diversità è in mezzo a noi – sottolinea l’all’inclusione sociale Paola Reguzzoni – la cultura dell’accettazione del diverso, che si manifesta con la luce o con il buio, ci deve guidare nelle nostre azioni quotidiane».

La mostra

Dal 5 maggio al 4 giugno 2023 le sale delle esposizioni temporanee delle Civiche Raccolte d’Arte di Palazzo Marliani Cicogna ospiteranno la mostra “Dualismo di Luce” di Giuseppe Portella, promossa dall’amministrazione comunale con il contributo della cooperativa sociale Dolce che gestisce il Centro diurno disabili Belotti Pensa. La mostra è curata da Fortunato d’Amico – «il curatore della mostra di Michelangelo Pistoletto a palazzo Reale» sottolinea la conservatrice del museo Silvia Vacca – ed è costituita da circa 50 opere dell’artista, create nel periodo tra il 2006 e il 2022. Attraverso la “doppia anima” delle opere, che cambiano aspetto nei due stati di luce e buio (le sale sono state dotate di nuove tende oscuranti per l’occasione), la mostra di Portella indaga concettualmente la dualità che caratterizza da sempre l’essere umano e l’universo che lo circonda, focalizzando l’attenzione sullo studio del misterioso fenomeno della luce e del buio, come facce della stessa medaglia. Tra l’altro, Portella ha donato alle Civiche Raccolte Quasar V, ispirata ad un’opera di 15 anni fa, mai ripresa dall’artista.

Il progetto

L’opera “a venti mani” dei ragazzi del CDD

Un progetto nato dall’incontro tra i “ragazzi” del CDD Belotti Pensa di Busto Arsizio (gestito dalla cooperativa Dolce), durante la mostra “Intrecci d’arte” su iniziativa della coordinatrice Raffaella Ganzetti. «Quando sono entrato nel centro ho trovato un mondo da scoprire e ho cercato di portare ai ragazzi questa esperienza di opere luminescenti – racconta Giuseppe Portella – mi hanno cambiato la vita e mi auguro che questa mostra sia un messaggio per far sì che queste manifestazioni diventino la norma. Perché l’arte non può essere solo estetica, è etica ed estetica».

“Belottiani” protagonisti

Portella preannuncia che i ragazzi del CDD, ribattezzati “i Belottiani”, sono stati «coinvolti nell’approfondimento di buio e luce e parteciperanno all’inaugurazione sfilando con gioielli luminosi perché sono loro i portatori di luce». I ragazzi sono stati anche coinvolti nella scrittura del catalogo, i cui proventi verranno interamente devoluti al CDD. «Buio/luce è un tema democratico – sottolinea Raffaella Ganzetti – ci battiamo per una cultura inclusiva ma soprattutto senza categorie. Da quando c’è Paola Reguzzoni, sono cambiate tantissimo le cose: eravamo al buio, messi in un angolo, ora ci supporta e ci aiuta tantissimo».

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