A Busto si vive troppo bene, quindi niente soldi Pnrr per ex macello e casa Azzimonti

L'ex macello civico (a destra) e l'ex oratorio di Sacconago, i progetti di Busto Arsizio candidati al bando PNRR

BUSTO ARSIZIO – In città non c’è molto disagio economico e sociale e così i fondi del PNRR per la rigenerazione urbana degli immobili non arrivano. E la ristrutturazione dell’ex Macello civico di via Pepe e dell’ex oratorio di Sacconago di Casa Azzimonti, due interventi da 11 milioni complessivi di cui 10 chiesti al Ministero, rimane in stand by. Busto non ripete gli exploit dei precedenti bandi sulla rigenerazione urbana, grazie ai quali erano “piovuti” 15 milioni di euro per la riqualificazione dell’area mercato e altri 15 milioni per rimettere in sesto le incompiute storiche, a partire dall’ex Borri. Ma il motivo non è la qualità delle proposte: solo un più basso indice di vulnerabilità sociale e materiale (IVSM), che è il parametro di valutazione stabilito dal Ministero per stilare la graduatoria.

La distribuzione dei fondi

In soldoni, Busto è tra le realtà che vantano meno problemi di disagio sociale e quindi è finita in fondo alla “classifica”. Ma siccome su 4,4 miliardi di euro di progetti il PNRR metteva a disposizione solo 3,4 miliardi, ad aggiudicarsi la “torta” dei finanziamenti sono stati solo 1.784 dei 2.325 progetti ammessi, tra cui i due presentati dal Comune di Busto Arsizio. Una circostanza che, sommata al fatto che la distribuzione delle risorse del PNRR privilegia già di default le regioni del Sud, ha penalizzato fortemente gli enti locali del Nord. «L’applicazione dei criteri di valutazione ministeriali ha causato la riduzione delle proposte presentate dai comuni lombardi a soli 100 progetti finanziati – ha protestato ANCI Lombardia, il “sindacato” dei sindaci – con un finanziamento riconosciuto pari a 174 milioni di euro su un totale nazionale di 3,4 miliardi».

La beffa

Una beffa per Busto, ma anche per altri Comuni del territorio, come Tradate, Somma Lombardo e Caronno Pertusella. In provincia di Varese solo il capoluogo, Saronno e Samarate hanno potuto beneficiare dei fondi del PNRR. I contributi infatti sono stati assegnati in via prioritaria «a favore dei Comuni che presentano un valore più elevato dell’indice di vulnerabilità sociale e materiale (IVSM)», un indicatore che si basa su sette parametri di valutazione dell’incidenza del disagio (percentuale delle famiglie monogenitoriali giovani, di famiglie con più di 6 componenti e di famiglie analfabete o senza titolo di studio, popolazione in condizione di affollamento grave, giovani fuori dal mercato del lavoro, quota di famiglie composte solo da anziani e di famiglie in situazione di disagio economico).

I progetti

Stavolta erano 10 i milioni messi nel mirino da palazzo Gilardoni per co-finanziare due progetti rispettivamente da 7 milioni e da 4 milioni di euro: al ministero erano stati chiesti 6,36 milioni per l’ex Macello civico di via Guglielmo Pepe, da riconvertire a sede ITS, e 3,64 per la casa Azzimonti di via Biagio Bellotti a Sacconago, sul cui destino non ci sono ancora idee chiare per il suo riutilizzo. Il bando del Ministero degli Interni era rivolto a sostenere «investimenti in progetti di rigenerazione urbana, volti alla riduzione di fenomeni di marginalizzazione e degrado sociale, nonché al miglioramento della qualità del decoro urbano e del tessuto sociale ed ambientale». Non è detto però che sia finita qui. Alcuni progetti sono “ammessi con riserva”, e in caso di esclusione porteranno allo scorrimento della graduatoria, ma già in passato era successo che le proposte rimaste escluse dai bandi ma comunque ritenute ammissibili (è il caso dei due progetti di Busto) venissero ripescate in un secondo momento reperendo ulteriori risorse da distribuire. A Busto non resta che sperare, perché ex Macello ed ex oratorio di Sacconago non potranno rinascere senza finanziamenti pubblici.

Ex macello civico ed ex oratorio di Sacconago: Busto a caccia di altri 10 milioni

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