A San Vittore il nuovo romanzo di Pino Bravin: «Lettori, fermatevi a riflettere»

sanvittoreolona libro bravin intervista

SAN VITTORE OLONA – «Il mio obbiettivo è cercare di indurre le persone che hanno il piacere e la bontà di leggermi a fermarsi un momento ogni tanto e a riflettere sul senso della vita, che a volte conduciamo senza volerci rendere conto del non senso». Pino Bravin, che svolge la professione di avvocato a Busto Arsizio e vive a San Vittore Olona, di cui è stato sindaco, domani, venerdì 19 aprile, alle ore 21.00 presenterà il suo nuovo romanzo “La canonica” (La Memoria del Mondo) nella sala inferiore della chiesetta di San Giovanni a San Vittore (piazza Cardinal Ferrari) in dialogo con Gigi Marinoni e Gigi Marcon. Sarà presente l’editore Luca Malini; interventi musicali di Lucia Picozzi alla fisarmonica; letture di Eleonora Ghirimoldi e Daniele Levis Pelusi. Malpensa24 lo ha intervistato alla vigilia di questo appuntamento.

Bravin, lei ha cominciato a scrivere fin da giovane dedicandosi alla poesia e più di recente alla prosa; vanta inoltre collaborazioni artistiche con pittori e fotografi. Che cosa ricerca nella scrittura?

«Scrivo da sempre, credo che questo sia il mio sesto lavoro pubblicato. È un romanzo breve o racconto lungo. Sono partito dalla poesia e poi sono passato al racconto, che secondo me è lo strumento più adatto a comunicare letterariamente in una società che divora tutto con estrema rapidità, e quindi ha bisogno di qualcosa di snello che non richieda particolare attenzione, che sia più leggero del romanzo. Il racconto è completo di per sé, ma per lungo tempo è stato ritenuto un figlio minore rispetto al romanzo, quando in realtà ha piena dignità e autonomia letteraria».

Com’è nato “La canonica”?

«Un po’ come tutto quello che scrivo: lo spunto mi proviene da qualcosa che mi sta intorno, legato alla realtà che mi circonda, dopodiché la storia procede da sé».

Cioè, nel suo caso è la storia a imporsi all’autore?

«Non scrivo mai avendo in mente l’idea della fine, come succede nel classico romanzo in cui l’autore ha già in mente la trama dall’inizio alla fine e la riempie con una storia. Qui c’è un inizio ma la storia poi prende forma evolvendosi. Questa è un po’ la magia dello scrivere: che l’autore non sappia esattamente come la storia si evolverà. A volte io stesso sono sorpreso di dove finisco a parare».

Qual è il pubblico, se ce n’è uno, a cui si rivolge?

«Lo scrivere porta sempre in qualche modo a riflettere sulle cose essenziali del vivere. Le mie storie si svolgono intorno a queste tematiche, quindi al mio pubblico piace leggere qualcosa che abbia una sua dinamica letteraria ma basata su un sottofondo esistenziale che stimoli la riflessione».

Quanto le tornano utili le esperienze professionali e di amministratore pubblico come fonti di ispirazione?

«In linea di massima sono esperienze di natura diversa. Certamente, in qualche modo, hanno influito sul mio essere, però non credo che abbiano direttamente influito sul mio modo di scrivere, che è più legato al fatto che credo ci si trovi in un periodo in cui tutto tende a essere macinato con estrema celerità. Oggi tutto viene come divorato: l’amore, i sentimenti, la morte, i piaceri del vivere, tutto sacrificato a quella competizione esasperata che vediamo in tutto quello che circonda le nostre vite. Per questo con la mia scrittura punto a far rallentare i lettori, a prendersi una pausa per sé, e a riflettere».

sanvittoreolona libro bravin intervista – MALPENSA24