Valceresio, sputi e sberle alla compagna. Lei non ricorda e lui viene assolto

VARESE – «Una vicenda molto complicata a livello sociale e umano», ha dichiarato il pubblico ministero prima di chiedere l’assoluzione per un 56enne della Valceresio accusato di maltrattamenti e lesioni ai danni dell’ex compagna.

I testimoni e la sentenza

Il pm, davanti al collegio del Tribunale di Varese, aveva appena finito di ascoltare le testimonianze dell’ex marito della persona offesa e di una seconda ex dell’imputato. Lui aveva definito «vere e proprie bufale» i fatti denunciati dalla ex consorte: «Quando non la accontenti più, hai finito di star bene», e aveva ringraziato l’uomo a processo per essersi preso cura di sua figlia, che è anche figlia della persona offesa e tuttora vive con il 56enne; lei aveva descritto una delle presunte violenze, a cui avrebbe assistito da vicina di casa della coppia, aggiungendo di aver denunciato l’uomo in passato, sempre per maltrattamenti. Alla fine i giudici hanno accolto la richiesta di assoluzione fatta dal pubblico ministero e dall’avvocato Corrado Viazzo, difensore dell’imputato.

Sberle, bastonate, sputi e insulti

«Non è stata raggiunta la prova della colpevolezza», ha affermato il pm nella sua requisitoria, che è però terminata con una seconda richiesta presentata al collegio: la trasmissione alla Procura delle dichiarazioni fatte in aula dalla persona offesa, affinché l’ufficio possa valutare se procedere nei confronti della donna per il reato di calunnia. Questo perché nel 2020, davanti ai carabinieri, la presunta vittima delle violenze era stata precisa a proposito di sberle, bastonate, sputi, insulti e avvertimenti del tipo “vattene e non farti più vedere. Se varchi un’altra volta il cancello di casa ti ammazzo”. Violenze che la donna aveva attribuito al 56enne finito a processo.

Le lacrime dell’imputato

Ma in udienza, prima del verdetto dei giudici, la persona offesa ha raccontato un’altra storia: «Sono andata via di casa perché non stavamo più bene insieme, e volevo la mia indipendenza». E su tutto il resto? «Mi dispiace ma è passato troppo tempo. Non mi ricordo». Dopo aver ascoltato le richieste delle parti, l’imputato, seduto accanto al suo difensore, è scoppiato in lacrime.

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