Accam, la sinistra di Busto: chiusura e «trasparenza». Tre domande al sindaco

Aldo Altieri e Carlo Stelluti

BUSTO ARSIZIO – Tre domande al sindaco Antonelli sul futuro di Accam, ma una richiesta di chiarezza e trasparenza anche sul passato, a partire dal caso dell’incendio. A porle è il coordinamento della Sinistra politica della zona di Busto Arsizio, di cui è portavoce Carlo Stelluti, già parlamentare Ds e sindaco di Bollate, ma anche candidato sindaco a Busto contro Gigi Farioli nel 2011. «Un gruppo politico costituito da tanti liberi pensatori, senza un radicamento istituzionale» e senza velleità elettorali, se non «per amor di verità, giustizia e trasparenza». Con una speranza: che il futuro della società che gestisce l’inceneritore «diventi tema di campagna elettorale anche a Busto. Come è stato a Legnano, dove non c’è un solo candidato sindaco che difenda Accam». Ma anche rinnovando la richiesta di spegnere l’impianto: «Prima cessa, meglio è» invoca Aldo Altieri.

L’analisi

«Il piano economico 2020-2027 voluto da Antonelli – spiegano Stelluti & C. – propone ai soci di ripianare debiti per 9 milioni e di fare investimenti per sistemare l’impianto, pari ad altri 9 milioni circa. I soci dovrebbero contribuire al risanamento, ma siamo a ridosso del 2027 e ci si chiede perché imbarcarsi in un investimento così ingente per poi chiudere l’impianto. Una questione che dal punto di vista amministrativo solleva problemi, a meno che non ci sia l’intenzione di cedere l’impianto ai privati nel 2027. Se l’intenzione è di far salire Busto al 51% e lasciare il 49% ad altri soci privati, lo si dica esplicitamente». C’è però un problema, per la Sinistra: «Il piano lascia intendere che in futuro il core business sarà lo smaltimento dei rifiuti speciali, non solo quelli provenienti dall’ospedale. Ma non si capisce perché investire soldi dei cittadini per smaltire rifiuti dei privati».

Chiudere inceneritore e società

Le proposte alternative della Sinistra politica di Busto sono chiare: «Chiudere l’inceneritore, ormai insostenibile dal punto di vista finanziario e anche amministrativo, non essendo più una società in house. Con diversi comuni che già conferiscono altrove, Accam è nel limbo – snocciola Carlo Stelluti – ma chiudere anche la società Accam, lasciandola fallire o mettendola in liquidazione, per arrivare ad una nuova società pubblica che predisponga un piano industriale nella logica dello smaltimento sulla base dell’economia circolare. Raccolta differenziata al massimo e riutilizzo delle materie prime, per poter riqualificare il personale e mantenere intatti i livelli occupazionali». Insomma, una svolta definitiva, con il fallimento che potrebbe essere il male minore, anche se Stelluti & C. ammettono: «Oggi su Accam c’è una grossa alea di ambiguità. Per qualcuno è sull’orlo del fallimento, noi chiediamo che si mettano in chiaro le cose, con trasparenza».

Le tre domande

Al sindaco Emanuele Antonelli, la Sinistra politica rivolge «tre domande» per fare chiarezza:

– chi ha elaborato e collaborato alla stesura del piano?

– si dice che ad Accam sarebbero arrivati 3 milioni da soggetti privati, chi li ha versati e perché? È una voce che va chiarita.

– chi sono i privati che dovrebbero acquisire Accam? Il sindaco lo comunichi ufficialmente alla città.

Ma ci sarebbe anche qualche altra domanda, a partire dal caso dell’«incendio, che denota leggerezza da parte di chi gestiva Accam: col milione di euro di danni da riparare, avrebbero pagato premi assicurati fino al 2087. Noi ci chiediamo chi risponde dei danni della mancata copertura assicurativa», ma anche «come sia possibile che, lasciando che la magistratura indaghi, nessun amministratore abbia chiesto i danni in sede civile». Ribadendo la necessità di «dimissioni dei vertici di Accam per dare un senso di forte discontinuità rispetto al passato», in riferimento alle inchieste.

Le ombre del caso Efrem

Ma da colui che da sindaco di Bollate ebbe a fronteggiare la ‘ndrangheta, poi smascherata dall’inchiesta “Infinito” della DDA, viene spontaneo esprimersi sul caso Efrem, che ha lambito anche Accam: «Siamo molto preoccupati dall’arresto del consigliere Paolo Efrem, che opera nel settore del trattamento dei rifiuti, e che è stato eletto nella lista Busto Grande, confluita nel movimento Lombardia Ideale – rivela Carlo Stelluti – le indagini in corso parlano di “stabili collegamenti con primari ambienti della criminalità organizzata”, e si fa il nome del boss Rispoli che io ho già letto nell’indagine “Infinito” quando ero sindaco a Bollate, e parlano di “opacità con ambienti politici”, tra cui i nomi di Gorrasi e Caianiello. Su questo tema serve massima trasparenza, e Antonelli non può limitarsi a dire che con Efrem ci parlava poco, perché quando ero sindaco io conoscevo vita, morte e miracoli dei consiglieri. Perché, come diceva Bobbio, “quando non si vede bene cosa c’è davanti, viene spontaneo chiedersi cosa c’è dietro”».

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