Accam, l’assessore Cattaneo scarica sui Comuni: «Se chiude, pagano i soci»

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Raffaele Cattaneo

MILANO – La chiusura di Accam, sia questa sancita dal default o dalla messa in liquidazione, costerà almeno 15 milioni di euro. E di fronte a questa drammatica evenienza c’è una certezza. Resa nota, nella seduta consigliare di oggi, martedì 11 febbraio, dall’assessore regionale all’Ambiente Raffaele Cattaneo: «Non sarà Pantalone a pagare i danni economici dovuti a errori politici del passato. In caso di chiusura anticipata della società toccherà ai soci».

Parole, quelle dell’assessore, che hanno accompagnato il parere negativo alla mozione Accam presentata dai Cinque stelle ed emendata dal piddino Samuele Astuti, il quale ha fatto inserire nel testo l’impegno della Regione a farsi parte attiva nella situazione dell’inceneritore e, in caso di scenari fallimentari, di farsi carico dei costi al fine di evitare grossissimi problemi economici ai 27 Comuni soci.

Insomma Raffaele Cattaneo, anche in consiglio, ha ribadito quanto già detto in risposta al commissario cittadini di Busto di Forza Italia Gigi Farioli: «La Regione c’è, ma le decisioni toccano ai soci, i quali si dovranno anche assumere le responsabilità»

Il grillino Cenci: «E’ vecchio ed è inutile»

La mozione su Accam del consigliere del Movimento 5 Stelle Roberto Cenci, presentata in seguito al rogo del 14 gennaio, ha in sostanza ribadito le posizioni dei grillini sul tema rifiuti in Lombardia. Cenci ha sottolineato quanto sia vetusto l’impianto di Borsano, «acceso 48 anni fa», ha sottolineato come «Accam sia ormai un pozzo senza fondo in cui vengono buttati milioni di euro» e nemmeno fondamentale nel panorama regionale del ciclo di trattamento rifiuti a fronte di una raccolta differenziata che supera il 70 per cento.

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Astuti tira le somma e chiama in causa la Regione

A mettere in colonna le cifre della disperazione e poi tirare una riga è il consigliere del Partito Democratico Samuele Astuti, che parla di 13 milioni di debito della società, di 2 Astuti ospedali busto gallaratemilioni di euro ancora da accantonare per la bonifica del terreno, di 3 milioni di euro di penali da corrispondere al gestore e di mezzo milione per lo svuotamento dei magazzini. A fronte di un capitale sociale che negli anni è stato eroso e ora ammonta a 2 milioni e 500 mila euro.  «Ovvero – tira le somme Astuti – stiamo parlando di 15 milioni di euro che, qualora Regione non dovesse intervenire, verranno scaricati in toto sulle casse dei Comuni soci. Che, per dimensioni ed evidenti motivi, non potranno sostenere. Per questo chiedo che Regione assuma un atteggiamento responsabile e non lasci sole le amministrazioni che hanno quote societarie in Accam». Oltre alla questione, di non minore importanza, del personale. «Un altro tema che non bisogna sottovalutare».

Cattaneo, paga chi inquina

L’assessore Cattaneo dichiara subito la sua opposizione alla mozione, «poiché – dice – per come è impostata, qualora approvata, verrebbe letta come l’istanza della Regione per chiudere Accam. Decisione che invece non compete alla Regione, bensì ai soci». Cattaneo poi ribadisce che «l’incendio, che non ha interessato i rifiuti, non ha avuto ricadute sulla salute poiché i parametri rilevati in quei giorni erano tutti sotto soglia», e affronta la questione economica. Partendo dal fatto che, «tra tutti gli impianti di trattamento rifiuti, quello di Busto è l’unico che versa in situazione economica critica. E questo dipende da scelte politiche del passato. Quando – ha precisato Cattaneo – venne presa la decisione di affidare la gestione dell’impianto a una società terza che grava sui bilanci per 500 mila euro al mese, mentre costerebbe circa la metà. Ecco, bisogna anche chiedere perché venne presa quella decisione».

L’assessore poi ricorda che i soci «solo qualche mese fa, decisero di arrivare fino al 2027, proprio per ripianare la situazione debitoria e accantonare i soldi necessari alla bonifica. Ovvero quei 4 milioni e 600 mila euro che oggi ci sono solo in parte. Questo per dire che la chiusura forse non è la scelta migliore. E, qualora dovesse concretizzarsi, è chi ha inquinato che si deve assumere le responsabilità anche economiche di smantellamento e bonifica. Cioè la società e quindi i soci».

Il voto segreto e il silenzio dei consiglieri del territorio

La decisione sulla mozione è stata presa con voto segreto. Sono stati 72 i votanti e il testo di Cenci, emendato da Astuti ha incassato 33 voti a favore, con 38 contrari. Insomma a conti fatti, le opposizioni hanno “pescato” anche qualche consenso nella maggioranza. Ed è Astuti che mette un po’ di pepe sull’esito della votazione e sull’andamento della discussione: «Sono rimasto sorpreso del fatto che nessun consigliere di maggioranza del territorio è intervenuto. Mi sarei aspettato, soprattutto da chi ha anche avuto un ruolo politico a Busto (Marco Colombo, che a Busto è stato commissario della Lega ndr), una presa di posizione forte sul tema, anziché, com’è avvenuto il silenzio».

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