Accam, Lega: «Da Radice solo passi di lato». Mdc: «Sindaci, denunciate»

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LEGNANO – La politica legnanese continua a interrogarsi su Accam e il suo destino. Nel mirino delle opposizioni, l’atteggiamento di alcune Amministrazioni locali, a cominciare da Legnano. «Siamo sconcertati nel prendere atto che la città di Legnano non è in grado di prendere una decisione in merito al futuro dell’impianto di Borsano»: questa la posizione espressa dalla Lega Salvini Premier all’indomani del Consiglio comunale di martedì 16 marzo. «Ci rivolgiamo direttamente al signor sindaco: ritenete che sia opportuno e d’interesse sovracomunale sostenere un progetto di rilancio e sviluppo dell’economia circolare nell’Altomilanese? Bene, allora smettetela di fare passi di lato e abbiate il coraggio di prendere posizione. È vergognoso assistere a questo teatrino, si sta mettendo in ridicolo la posizione di Legnano. Non è concesso astenersi su un tema di tale rilevanza. Per contro, se ritenete che Accam debba essere chiusa, votate contro, dichiaratene il fallimento e procedete in maniera responsabile definendo tutti gli interventi di bonifica necessari. Non è accettabile assistere giornalmente ad un cambio di rotta».

Per la Lega, Radice & C. stanno avanzando richieste «ben lontane dal documento d’indirizzo approvato in Consiglio comunale. Stanno ostacolando l’approccio manageriale di Amga che, identificando un’opportunità di crescita e sviluppo, ha promosso un piano d’interventi. Stanno deteriorando i rapporti fra i sindaci di quest’area, mentre dovrebbero assumere il ruolo di decisore autorevole e competente. Per alcuni stanno alzando la posta, noi semplicemente crediamo che stiano cercando una scusa per potersi sfilare da ogni decisione, scaricando la responsabilità su chi non è disposto a sottoscrivere le loro irrazionali pretese. Il tempo è ormai scaduto, serve prendere posizione. Reclamiamo un sindaco che abbia il coraggio di decidere».

Brumana: «Inutile che il collegio sindacale indaghi su sé stesso»

Il consigliere del Movimento dei Cittadini Franco Brumana si rivolge invece ai sindaci del territorio che nell’ultima assemblea hanno votato contro le «improrogabili decisioni» su Accam. «Il sindaco di Castano Primo – osserva Brumana – dopo il voto contrario suo e dei sindaci di Rescaldina e di Canegrate, aveva dichiarato: “Il coraggio di agire non ci manca”. Infatti un’azione è stata compiuta, ma timida e inadeguata. I tre sindaci si sono uniti ai sindaci di Nerviano e di Legnano e tutti insieme hanno scritto una lettera al collegio sindacale di Accam, denunciando la grave situazione della società e rilevando nel contempo che le omissioni dello stesso collegio sindacale avevano impedito di evitare o di limitare i danni. In pratica, è stato chiesto al collegio sindacale di indagare su sé stesso e sulla propria negligenza: qualche dubbio sulla imparzialità di questa indagine avrebbe dovuto sorgere».

Per Brumana «l’azione dei cinque sindaci servirà a poco e provocherà solamente un’accentuazione dello scontro interno alla compagine sociale di Accam. Purtroppo è mancato l’ardire di compiere la scelta, tutto sommato più agevole, di presentare una denuncia ai sensi dell’articolo 2409 del codice civile al tribunale, che avrebbe garantito una ispezione imparziale e politicamente non condizionabile. Considerata la gravità dei fatti, avrebbe anche condotto molto probabilmente alla sostituzione del consiglio di amministrazione con un amministratore giudiziario. Nessuno avrebbe potuto criticare il ricorso a un’autorità imparziale e non condizionabile dai giochi politici. Ciò detto, è comunque apprezzabile che questi sindaci siano intervenuti con chiarezza nell’interesse dei loro cittadini, anche se hanno scelto un percorso sbagliato credendolo a torto più agevole».

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