Accam nel caos, da Legnano paletti per il piano: Newco a rischio, appello a Regione

BUSTO ARSIZIO – Siamo agli ultimi giorni di Accam? A una settimana dall’assemblea dei soci del 22 marzo, chiamata a valutare il piano di ristrutturazione e rilancio della società che gestisce l’inceneritore di Borsano, Legnano alza la posta e mette nero su bianco le condizioni per andare avanti con l’operazione. A partire dai «25-30 anni di disponibilità del terreno» che per Busto Arsizio è una forzatura. Dopo una settimana di mosse e contromosse, con Legnano che fa asse con i Comuni del “no” in assemblea e Parabiago che rompe il fronte dei sindaci di Amga, parte un appello all’assessore regionale all’ambiente Raffaele Cattaneo, affinché possa «urgentemente» convocare al tavolo regionale gli attori coinvolti nell’operazione di salvataggio.

Closing complicato

Operazione che, se fosse quotata dai “bookmakers” inglesi, a questo punto avrebbe già quote da colpaccio. Perché dopo il “semaforo verde” dell’assemblea dei soci del 6 marzo, il sindaco di Legnano Lorenzo Radice, che subito dopo l’astensione aveva chiesto di «puntare in alto», ha effettivamente alzato la posta, il che sta rendendo più complicato il “closing”. Anche perché il perno del piano di salvataggio di Accam è stata fin dall’inizio Amga, partecipata di cui Palazzo Malinverni è socio di maggioranza assoluta.

I paletti di Legnano

Nei giorni scorsi le condizioni per avviare l’operazione, con le “tre T” di Radice (terreno, tutele e tempo), sono state messe nero su bianco in una nota inviata proprio ad Amga. Spicca quella «ineludibile» della «garanzia di disponibilità del terreno per 25-30 anni» (possibilmente da cedere alla Newco) e l’«indispensabile impegno formale» del Comune di Busto Arsizio a concederlo per tale durata «o anche di più» se il programma di rilancio della Newco dovesse prevederlo. E ancora, un piano più ambizioso, non solo con «interventi emergenziali» (riparazione delle turbine e della caldaia) ma anche «quelli per un ripristino sostanziale» (nuove turbine e caldaia con nuovi impianti per garantire efficienza energetica, recupero del calore e tenuta nel tempo), anche eventualmente sospendendo temporaneamente l’attività di Accam. E con investimenti «molto maggiori di quelli originariamente ipotizzati nella manifestazione d’interessi di Amga», allargato a Cap Holding e ad altre società pubbliche. Anche perché il ritorno “in house” per Legnano «è essenziale».

L’asse con i Comuni del “no”

E poi c’è la lettera che segna un’inedita convergenza tra Legnano e i comuni che avevano espresso voto contrario nell’ultima assemblea Accam (Canegrate, Rescaldina e Castano Primo): inviata al collegio sindacale di Accam, muove una serie di «contestazioni» formali, a partire dalla «tardiva redazione del progetto di bilancio» e dal «mancato avvio» della procedura fallimentare, in assenza dei «presupposti» per la continuità aziendale. Un atto che da Busto Arsizio e dalla società è stato vissuto come ostile, dopo mesi di trattative per portare a termine l’operazione di salvataggio. Qualche chiarimento in più dovrebbe arrivare dal consiglio comunale di martedì 16 marzo a Legnano: la posizione del Comune e del sindaco nei confronti di Accam è infatti l’oggetto di un’interrogazione del gruppo della Lega, che chiederà conto dell’astensione nell’assemblea soci del 6 marzo scorso.

Le contromosse di Parabiago

In risposta alle mosse di Legnano, arriva la contromossa del sindaco di Parabiago Raffaele Cucchi, che è il principale dei soci di minoranza di Amga, esprimendo il suo «stupore» in una lettera. In particolare per quello che sembra a tutti gli effetti un cambio di linea sul piano di salvataggio di Accam, la cui precisazione viene definita come «palesemente tardiva» rispetto al ruolo avuto da Amga in questi mesi. Ed è proprio da Parabiago che è partito l’appello a Regione Lombardia a farsi parte attiva per una mediazione tra i «molteplici attori coinvolti nell’ambizioso progetto», che porti alla chiusura dell’operazione. «Un confronto – sottolinea il sindaco Cucchi in un post su Facebook – che porti, non solo a uno sviluppo ambientale sostenibile di lungo termine, ma anche a sviluppare strategie da convergere che tengano conto anche di Accam e dei fattori occupazionali, di rigenerazione e transizione ecologica di un sito da bonificare. Non possiamo pensare, infatti, di lasciare in eredità ai nostri figli questa situazione».

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