Ai Frati di Busto la donazione dei Lions San Giorgio. «Tanto bisogno oltre al cibo»

BUSTO ARSIZIO – Bancali di scatolame e derrate alimentari per sostenere la mensa dei poveri e le famiglie che si rivolgono alla parrocchia del Sacro Cuore di Busto, al quartiere dei Frati. L’ennesimo “regalo di Natale” del Lions Club San Giorgio su Legnano, realtà che affonda le radici tra Busto Arsizio e Legnano, con 14 soci di cui una sola donna (Mariangela Buttiglieri, medico e consigliere comunale a Busto). «In un anno in cui non abbiamo potuto fare manifestazioni ed eventi – spiega il presidente del club Adriano Mancini – ci siamo impegnati soprattutto a sostenere mense dei poveri ed enti che fanno beneficenza sul territorio di Busto e Legnano, andando a rifornire direttamente chi ha bisogno».

Le donazioni del Club

La donazione è stata consegnata direttamente nelle mani dei Frati di Busto. Con il presidente Adriano Mancini e con la consigliera del Club Mariangela Buttiglieri c’erano anche il segretario Alberto Mangano, il tesoriere Angelo Ferrario e l’altro consigliere Attilio Ferrario. Analoghe donazioni sono state effettuate alle parrocchie Cardinal Ferrari, Olmina e San Domenico a Legnano, oltre che alla Caritas. A tutte le parrocchie sono stati destinati anche i pacchi natalizi, mentre 15 tablet sono stati consegnati alla Onlus San Domenico, sempre a Legnano. «Soprattutto in questo momento storico dove c’è bisogno di molta solidarietà – sottolinea Mariangela Buttiglieri – noi che ci riteniamo più fortunati abbiamo questo spirito di aiutare chi è più in difficoltà. Ascoltiamo il territorio, recepiamo le esigenze e doniamo ciò di cui c’è bisogno. Siamo in pochi, ma “produciamo” molto».

Le esigenze dei Frati

«È una donazione importante – spiega Frà Pietro, della parrocchia del Sacro Cuore – perché nella nostra mensa prepariamo un pasto pronto da consumare e riforniamo circa 100 famiglie che vengono ogni 15 giorni a ritirare i pacchi alimentari». La situazione, dall’osservatorio dei Frati, è quella di un «bisogno stabile sin dal primo lockdown, anche alla mensa». Non cresce da questo punto di vista, «ma non c’è solo il mangiare – sottolinea frà Pietro – anche l’alloggio e il lavoro sono alcune delle tante altre esigenze pressanti per le famiglie che vivono un momento di difficoltà. Quando non si ha un reddito o quando non è sufficiente, riempire la dispensa è un aiuto, ma poi bisogna scaldarsi, pagare l’affitto, curarsi, comprare i libri di scuola». Difficoltà che toccano ogni tipo di nucleo familiare: «Stranieri, italiani, anziani, famiglie con bambini». Ecco perché gli aiuti sono sempre ben accetti.

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