La partita in Alfa: l’acqua di Varese fa gola a tutti. E piace anche ad Avellino

VARESE – Si lavora al listone. Le diplomazie (dei partiti e dei civici) sono al lavoro. E in vista della nomina del nuovo cda di Alfa (venerdì 31 maggio), vicenda che si è assai complicata, si sta cercando di ricomporre quello che, una volta andato in frantumi, è diventato un vaso di Pandora con ben 29 candidature presentate per cinque posti disponibili.

Ciò significa che se ci saranno due liste, l’accordo tra tutte le componenti non è stato raggiunto. Se addirittura ce ne fossero tre o più, potrebbe davvero uscir fuori l’imprevedibile. E, una volta votato, magari con voto segreto dei sindaci, l’ingovernabile. Ma andiamo con ordine.

L’acqua di Varese piace anche ad Avellino

Quando il Big Ben ha detto stop, ovvero martedì scorso, 21 maggio, alle ore 14 la lista dei papabili era piuttosto corposa. Una trentina i curricula depositati. Di questi, qualcuno è stato scartato per mancata completezza della documentazione. Hanno superato la scrematura tecnica 29 candidati per i 5 posti disponibili nel consiglio di amministrazione del gestore unico del servizio idrico. Provenienza politica: nomi di partiti e nomi civici. Provenienza geografica: qualcuno anche da Avellino e dalla Capitale. Candidature che arrivano da fuori provincia e che sono fuori da ogni logica della politica locale. Di default, verrebbe da dire.

I Dem in campo

Tra i papabili che hanno destato curiosità non mancherebbero nomi noti della politica provinciale. In area PD si dice ci siano gli uscenti Elena Bardelli e Fabio Passera; ma anche Paolo Bertocchi e il bustocco Valerio Mariani, in sintonia con il presidente della Provincia Marco Magrini per aver governato insieme durante il mandato Vincenzi. E ancora: il sindaco di Induno (che non si ricandida) Marco Cavallin, l’ex consigliere comunale di Varese Luca Conte e la besnatese Rosalba Folino.

Forzisti e Leghisti in partita

Un paio dovrebbero essere i nomi di spicco di Forza Italia: Simone Simionato e Giorgio Bertoni. Gli azzurri però, sotto la regia di Rosario Tramontana, pare puntino sul primo.

Niente plotoncino per la Lega, sulla carte c’è solo un nome: Paolo Mazzucchelli, presidente in carica e che qualora si tornasse all’accordo originario dovrebbe essere riconfermato. Ma si potrebbe annoverare anche quello dell’ex sindaco di Vedano (ed ex leghista) Enrico Baroffio.

I civici poco fedeli alla linea

C’è poi un gruppo mix, composto da sindaci e amministratori vicini a Italia Viva (dai quali è partita una bordata pesante contro l’accordo a priori) e un gruppo di amministratori civici. Il nome “caldo” è quello di Nicola Tardugno (sindaco Caravate), ma conta anche Carlo Alberto Coletto (ex Azione e fresco renziano) e la “Sostenibile” Gemma Camilla Concia, vicina (è candidata alle comunali malnatesi) al sindaco e candidato di Malnate Irene Bellifemine. L’obiettivo qui è portare un nome civico nuovo dentro il cda. La curiosità è che tra coloro che hanno messo in discussione la scelta magriniana della riconferma senza ma e senza se di Maria Sole De Medio (uno dei pomi della discordia civica) c’è proprio Tardugno, che fu il primo firmatario (con Davide Tamborini di Mornago) della candidatura a presidente della Provincia di Marco Magrini. Domanda: “Un segnale che gli equilibri tra i civici, soprattutto quelli delle Valli, stiano cambiando?”. Vedremo. Perché inutile girarci intorno, uno dei motivi del caos, oltre alla riflessione sull’accordo con Cap, è anche la richiesta di pesare di più dopo aver portato acqua alla causa civica alle elezioni di secondo livello a Villa Recalcati.

Cosa fanno i fratelli?

Questa è una delle incognite della partita sull’acqua. Dopo essere partiti alla carica, spinti anche dal sindaco di Busto Emanuele Antonelli – dicono gli insider – per rivendicare un posto nel cda, ora pare che tra i meloniani serpeggi il dubbio se fare o meno una lista con “bandiera”. Il rischio, infatti, potrebbe essere quello di correre senza però arrivare al traguardo. Insomma, i Fratelli stanno affinando la strategia.

L’altra metà del civismo

Un nome: Eupolis. Qual è la posizione dei civici che fanno riferimento all’associazione fondata da Premazzi, Ginelli e Colombo – Marco di Daverio – Fratello diverso – o diversissimo – in corsa per le Europee sotto le insegne di Giorgia Meloni? Altra incognita. C’è chi dice che sono di vedetta, ma c’è poco da credergli. Perché un paio di nomi tra i curricula li hanno piazzati senza però aver ancor deciso come determinare gli equilibri. Di certo c’è, che in un momento di debolezza dei partiti, potrebbero essere decisivi sia per la riconferma (magari con nomi differenti) del cda in carica, sia per far saltare il banco.

Insomma, nell’attesa che si decida anche la modalità di voto, palese o segreta, opzione che non sarà secondaria sulle sorti dell’esito (ci sono due precedenti a sostegno di entrambe le possibilità), si può dire che la partita sul futuro direttivo dell’acqua è solo all’inizio.

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