Alfa, l’acqua della provincia di Varese ribolle. E il presidente del Cda vacilla

VARESE – La temperatura dell’acqua in provincia di Varese sta raggiungendo temperature elevate in termini di fibrillazioni. E l’attuale assetto politico del gestore unico dell’idrico è messo sotto attacco. L’accordo, che fino a 48 ore fa sembrava blindato, è stato messo in totale discussione. E proprio oggi, martedì 21 maggio, data di scadenza per presentare le candidature per il prossimo cda è scoppiato il bubbone.

Un passo indietro

Fino a 48 ore fa tutti i principali partiti (Fratelli d’Italia, PD, Lega e Forza Italia) avevano trovato la quadra sulla riconferma: sui nomi che compongono l’attuale consiglio di amministrazione di Alfa e sulla presidenza (altro mandato Mazzucchelli). Ma anche sulla linea “politica” che fa di Alfa una “controllata” di Cap, la multi-utility milanese che ha fatto da chioccia al gestore unico senza mai mollare del tutto la presa. Un accordo che di fatto ha accontentato tutti. Compreso il partito della Meloni, nonostante non avesse esponenti nel cda, ma solo due posti negli organi di controllo esterno.

L’acqua ribolle

Ma la politica di oggi è più fluida… dell’acqua. E quel che fino ieri era valido il giorno successivo è diventata carta straccia. E così, ora dopo ora, la marea degli scontenti è iniziata a salire. Lenta. Prima voci singole, che con il passare delle ore hanno scoperto di avere in comune l’intenzione generale di cambiare. E di pesare di più. E così sono partiti una serie di attacchi a fari spenti. Fratelli compresi, che giustamente hanno fatto due conti e hanno scoperto che, anche sulla partita dell’acqua, rischiano di essere il partito più forte ma il meno rappresentato. Non solo.

Italia viva e la fronda da sinistra

Anche l’asse civico Malnate-Luino-Induno, dove qualcuno ci legge una rivalsa per differenziarsi dal PD che ha “tradito” l’alleanza comunale (a Malnate), pare stia mettendo sul tavolo rivendicazioni. Frizioni che, come si diceva poco sopra, assomigliavano più che altro a fulmini in un cielo sereno. Ma il meteo ha iniziato a minacciare tempesta con il comunicato di Italia Viva. I renziani del Varesotto, infatti, proprio durante un recente evento elettorale, hanno annunciato battaglia sulla partita Alfa. Promessa mantenuta con un comunicato, rilanciato anche dall’ufficio stampa dell’onorevole Maria Chiara Gadda, e ora pronti a mettere in pista una lista per la nomina del nuovo cda.

In (De) Medio non stat virtus

A questo punto l’onda è ormai alta e, nel marasma che sta montando, spunta una terza anima del malcontento. Un gruppo di sindaci civici che fanno riferimento a Eupolis. Che non mettono in discussione che nel cda ci debba essere un esponente senza riferimenti di partito, bensì il fatto che questo civico non può essere sempre lo stesso civico. In due parole: chiedono (forse non in maniera palese, per ora) il passo indietro di Maria Sole De Medio, consigliere di area Magrini.

Riflessione su Cap e su Magrini

Infine altri due obiettivi dei mal di pancia. La conferma dell’attuale cda significherebbe ribadire la stretta alleanza Alfa-Cap, che non a tutti sta bene per lo meno nei termini che si sono andati delineare. «Perché non pensare a un idrico meno dipendente dai colossi milanesi?», butta lì qualcuno che invece sostiene che si potrebbe cambiare rotta.

E per ultimo ma non ultimo c’è l’obiettivo politico, Marco Magrini. E a proposito di questa vicenda c’è chi l’ha definito “il presidente di tutti, che non può essere presidente per tutti”. Sintomo di un malumore sui continui equilibrismi per tenere insieme la maggioranza. A questo punto, infatti, non è più un segreto che sul rinnovo del cda di Alfa si misureranno le forze e le alleanze in vista delle elezioni provinciali di secondo livello.

I convitati di pietra

Insomma si sono aperte le danze, ma c’è chi ancora non è sceso in pista. Il Partito Democratico e la Lega che per il momento fanno i pesci in barile e non dicono “Cip”. Mentre Forza Italia gira alla larga perché deve puntellare il suo posto nel cda, tanto che si dice che arriverà un tradatese vicino a Tramontana. Insomma, la partita è ingarbugliata. A questo giro la nomina del cda potrebbe non essere semplice come bere un bicchiere d’acqua.

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