Gli architetti chiedono un confronto: alta tensione tra Ordine e Palazzo Estense

VARESE – “Incontriamoci e parliamone”. E questo il messaggio contenuto nella lettera che il presidente dell’Ordine degli architetti Elena Brusa Pasqué ha inviato al sindaco Galimberti, al presidente del consiglio Coen e ai consiglieri. E la questione del regolamento relativo alla commissione paesaggio si arricchisce di un nuovo capitolo.

Ma si alza la tensione, poiché la missiva, per quanto scritta in maniera molto tecnica, mette di fatto in totale discussione tre passaggi fondamentali del regolamento proposto: quello sull’incompatibilità, quello sull’obbligatorietà dei sopralluoghi e quello sulla possibilità di chiedere un nuovo parere oltre a quello della commissione in carica.

Dopo la richiesta dell’amministrazione all’ordine di poter avere tutta una serie di documenti relativi alla lettera che ha fatto saltare l’approvazione del punto in consiglio, ora c’è la richiesta ufficiale degli architetti all’amministrazione affinché conceda “un’audizione a Palazzo Estense” al fine di avere un confronto sulle modifiche al regolamento portate in consiglio e che dovrebbe essere approvate nella seduta di luglio.

Il passaggio che desta dubbi

L’eliminazione dal testo vigente della disposizione: “I professionisti chiamati a far parte della Commissione Paesaggio dovranno impegnarsi con atto formale a non assumere né svolgere incarichi professionali nel territorio del Comune di Varese per tutto il periodo di durata in carica nella suddetta commissione”, è l’oggetto principale delle questione. Ed è in particolare su questa norma che il Consiglio di disciplina dell’ordine invitava i consiglieri a fare un’ulteriore riflessione.

La risposta del presidente di commissione

«L’eliminazione dell’incompatibilità – spiega il consigliere e presidente della commissione Urbanistica Domenico Marasciulo – non è prodromo della deregulation. E non viola alcun interesse del cittadino. Semmai comporta la nomina di professionisti che già operano in città e che conoscono meglio il territorio, le situazioni su cui si andrebbe a intervenire. Oggi, infatti, la commissione paesaggio è composta o da professionisti che vengono da fuori o da architetti a fine carriera. E in ogni caso, ci sarebbe l’astensione dal voto dei commissari su temi che li riguardano a salvaguardare l’equità e la correttezza».

La posizione di Marasciulo tecnicamente non fa una piega, ma quando di mezzo c’è anche la politica il tema da considerare è anche quello legato all’opportunità o l’inopportunità della situazione che si potrebbe andare a creare. Ma anche qui il presidente di commissione non ha dubbi che la proposta dell’amministrazione è migliorativa: «Ripeto – dice – la “non partecipazione al voto” del commissario “interessato” è una salvaguardia importante e che nessuno mette in discussione».

Polemiche solo a Varese. Due pesi due misure?

E per chiudere, tornando invece alla polemica politica, c’è chi mette lì e anche Marasciulo conferma, che «il regolamento che andremo ad approvare è molto simile a quelli già in vigore anche nelle altre grandi città della nostra provincia. Dove non mi pare si stato suscitato alcun vespaio. Sia da parte del centrodestra che qui a Varese ha contestato duramente il regolamento, sia da parte dei professionisti».

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