Commissione paesaggistica: ora si rischia lo scontro tra Comune e Ordine architetti

Comune di Varese

VARESE – Ora la lettera del Consiglio di Disciplina degli Architetti di Varese diventa un caso. E potrebbe anche dare vita a un incidente (non solo diplomatico) tra amministrazione e l’ordine stesso. Ma facciamo un passo indietro, per capire cos’è successo dalla sera del consiglio a oggi, venerdì 10 giugno. E partiamo da una seconda lettera, questa volta partita da Palazzo Estense con destinazione l’ordine.

Il granello di sabbia

E’ piuttosto evidente che la missiva arrivata a poche ore della seduta di consiglio firmata genericamente “Consiglio di disciplina”, complice anche un centrodestra per la prima volta compatto sugli scudi, abbia avuto lo stesso effetto del granello di sabbia in un meccanismo perfetto. Tanto che il punto, anziché essere approvato quasi fosse una pura formalità, è stato rinviato (anche se verrà discusso senza modifiche). E ora sta diventando un caso.

E la conferma arriva dalla lettera firmata da sindaco, assessore all’Urbanistica, presidente del consiglio e presidente della commissione Urbanistica inviata proprio all’ordine. Nella quale si chiede tutta una serie di cose (anche documenti, verbali, note) per ricostruire come sia nata (e da chi sia effettivamente partita) la missiva che ha scatenato il “cinema” consigliare sulla modifica del regolamento della Commissione paesaggistica.

Quasi un mandato di “perquisizione”

Galimberti, Civati, Coen e Marasciulo chiedono all’ordine: il regolamento del Consiglio di disciplina, la deliberazione con cui è stato approvato il contenuto della lettera indirizzata ai consiglieri, il verbale della seduta del Consiglio di disciplina in cui si è discusso della lettera, l’eventuale deliberazione del Consiglio dell’ordine, i verbali del tema qualora sia stato trattato; le eventuali note inviate anche ad altri Comuni che hanno apportato modifiche al regolamento ed eventuali note dell’Ordine inviate ad altri consigli comunali.

Insomma l’amministrazione ha forzato la mano e ha deciso di non lasciare cadere nel vuoto quella che a quanto pare giudicano un’intromissione non dovuta. E e a quanto pare, stando alle dettagliate richieste avanzate formalmente, chi comanda a Palazzo Estense vuol capire quanto l’Ordine degli architetti sia “coinvolto” nell’iniziativa del Consiglio di disciplina o quanto il Consiglio di disciplina si sia mosso in piena autonomia. Insomma, come si diceva sopra, il rischio di un incidente diplomatico c’è.