Assessore “bocciato” a Busto, c’è chi ne chiede le dimissioni. Il sindaco frena

BUSTO ARSIZIO – La quiete dopo la tempesta. È la sensazione che si percepisce a Palazzo Gilardoni all’indomani della riunione di maggioranza che ha bocciato su tutta la linea la proposta di Piano Urbano della Mobilità Sostenibile avanzata dall’assessore alla mobilità Salvatore Loschiavo. Ora tra i consiglieri c’è chi è pronto a tenerlo sulla graticola e a chiederne la “testa” al sindaco.

La “tripletta” dei peones

A Palazzo le bocche rimangono cucite, per ora anche quelle dell’opposizione, ma sotto la cenere cova un malcelato orgoglio per la “lezione” che i peones del consiglio hanno dato alla parte esecutiva dell’amministrazione. Anche perché lo stop al PUMS è stato il terzo e ultimo atto di un “filotto” di bocciature rispetto alle iniziative portate all’attenzione della maggioranza. Prima la Tari, con l’aumento del 9,6% sommerso dalla rivolta dei partiti e dei consiglieri, poi il nulla di fatto rispetto alle proposte di Agesp Spa di investimenti per 4,5 milioni di euro tra la sede di via Canale e il nuovo centro multiraccolta di Beata Giuliana (giudicati troppo onerosi e da ridimensionare) e infine il clamoroso affondamento del PUMS, cestinato con scarse possibilità di recupero, a detta degli stessi tecnici in riunione.

Oltre ad essere «di sinistra», il piano sarebbe apparso anche assai costoso, agli occhi di partiti e consiglieri, con un conto complessivo da 7,6 milioni di euro, che, seppur spalmati su più anni, hanno rappresentato un altro motivo di malcontento tra le fila del centrodestra. Tre indizi fanno una prova: la collegialità tanto invocata in maggioranza si è trasformata in un’arma a doppio taglio per chi governa. Partiti e consiglieri ormai vogliono dettare la linea.

Cosa fa Loschiavo?

«La maggioranza, Lista Antonelli compresa, blocca un suo assessore su tutta la linea su un progetto così importante come il PUMS per il quale sono state spese molte risorse: tempo, umane e denari – la considerazione di Emanuele Fiore, consigliere comunale del gruppo misto – e ora? Mi aspetto lo sfiducino». E se per Fiore è «una logica deduzione, non una richiesta», in maggioranza c’è chi si aspetterebbe un gesto da parte di Salvatore Loschiavo. Ma nessuno lo dice apertamente e nemmeno pronuncia la parola dimissioni: «Per due anni ha rimandato ogni scelta al PUMS e ora che quel piano è stato bocciato cosa fa?» la domanda di un consigliere di maggioranza, rigorosamente a “microfoni spenti”.

Cosa cambia

L’assessore civico per ora non parla. Al termine della riunione di maggioranza si dice che si sia scusato dopo la sonora bocciatura del PUMS, mentre il sindaco avrebbe categoricamente escluso conseguenze per l’esponente della sua lista civica. Non vuol sentire parlare di rimpasto, insomma, almeno fino a dopo le europee. E sui rapporti all’interno della maggioranza si vedrà: i “peones” hanno preso coraggio, ma si vedrà col tempo se sapranno imporre la propria linea anche su altri fronti. Sul Pums invece si tenterà di recuperare qualcosa, quantomeno per giustificare la spesa dell’incarico professionale, anche se le politiche sulla mobilità sono ormai tutte da ripensare. E martedì 23 aprile c’è il consiglio comunale, per testare lo stato dei rapporti in maggioranza, e capire se l’opposizione vorrà affondare il coltello nelle difficoltà emerse.

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