Lilt e Asst Valle Olona unite da un “Nastro Rosa”. “Prevenzione vaccino contro il tumore”

lilt nastro rosa

BUSTO ARSIZIO – Prevenzione. Il messaggio è forte e chiaro e vede Asst Valle Olona e Lilt unite da un “Nastro Rosa” per tradurlo in azioni concrete. Nella mattinata di oggi, giovedì 14 ottobre,  i direttori e i medici dell’Asst Valle Olona, oltre ai responsabili della Lilt provinciale: dal presidente Ivanoe Pellerin al vice Giovanni Trotti, oltre ai clinici direttamente impegnati nelle visite finalizzate alla diagnosi precoce delle malattie oncologiche, hanno tracciato un quadro talmente chiaro da essere una dichiarazione di intenti.

Recuperare il tempo perduto

«L’ottobre rosa, così come storicamente chiamiamo questo evento, è l’occasione per rinnovare una collaborazione insostituibile che si rinnova da anni – ha detto il direttore socio-sanitario dell’Asst Valle Olona, Marino Dell’Acqua – Questo territorio è ricchissimo di associazioni e di volontari. E spesso, come in questo caso, ci mette a disposizione volontari preparati. Fatto non scontato e estremamente importante. Il punto è anche quello di recuperare il tempo perduto, per cause di forza maggiore, durante questo anno e mezzo di pandemia. Per questo la campagna “Nastro Rosa” rappresenta uno strumento utile per implementare la cultura della prevenzione e dei corretti stili di vita. Quello della prevenzione è l’arma più efficace che abbiamo per combattere i tumori sia maschili che femminili. Perché ricordiamo che contro il Covid oggi un vaccino esiste. Contro il cancro ancora purtroppo no».

Straordinario lavoro d’equipe

Salvatore Artale, direttore dell’Unità Operativa di oncologia del presidio ospedaliero di Gallarate ha aggiunto che «il mese rosa è un’occasione d’oro e un impegno dovuto da parte nostra, che conferma la volontà di essere presenti, oltre che quella di recuperare il tempo perduto durante la pandemia. E’ un’opportunità per intercettare quelle donne che senza questo tipo di screening potrebbero sfuggirci». Non solo. Come ha spiegato Paola Ceriani, dell’Unità Operativa di chirurgia senologica «Le visite senologiche sono un’occasione per creare un rapporto con la persona. Un rapporto di fiducia con il clinico, un feeling per così dire, attraverso il quale introdurre il paziente ad un percorso che non lo vedrà mai solo. E questo aspetto è altrettanto importante». Così come fondamentale è il lavoro in equipe che coinvolge l’attività delle associazioni, in primis della Lilt, dei volontari e medici in pensione in squadra con i dipartimenti dell’area chirurgica e oncologica (la Breast Unit formata da più figure di professionisti sanitari). «E’ – come ha sottolineato Ildo Scandroglio, direttore della struttura complessa di chirurgia – un’unione di intenti pro-paziente, pro-azienda, pro-tutti».

La diagnosi precoce

«Il drammatico periodo che abbiamo passato – ha concluso Pellerin – ha messo in stand-by tutta la campagna della diagnosi precoce. Eravamo attestati nel 2019 a circa il 67% di guaribilità di tutti i tipi di cancro. Questo trend è invece purtroppo destinato apeggiorare invece di migliorare. Nel prossimo futuro assisteremo all’aumento delle prime diagnosi di malattia neoplastica proprio a seguito della rarefazione degli interventi. Nel prossimo anno probabilmente assisteremo a circa 58mila nuove diagnosi di tumore al seno, mentre nel 2020 abbiamo registrato circa 183mila morti per malattia neoplastica. Credo che questi numeri parlino da soli. Riprendiamo in mano il nostro destino. Per questo occorre sottolineare con forza la necessità della prevenzione».

Per informazioni e appuntamenti per gli screening gratuiti ancora disponibili contattare il numero 3808644677.

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