Azzardo, i cardanesi spendono 11 milioni di euro ogni anno

Nel 2016 (ultimo dato disponibile) i cardanesi hanno speso 11 milioni di euro nel gioco d’azzardo. E’questa la cifra ufficiale diramata dall’Agenzia delle dogane e dei monopoli su richiesta dell’assessore ai Servizi sociali Daniela Tomasini (A Sinistra) e del consigliere comunale Stefano Dozio (Pd). In percentuale, è in diminuzione di un punto e mezzo rispetto all’anno precedente.

I dati

Stefano Dozio (Pd)

Dalle statistiche emerge inoltre che ciascun cardanese spende per gratta e vinci, macchinette, lotto, superenalotto, scommesse sportive e qualsiasi altra forma di azzardo 745 euro ogni dodici mesi, contro i mille euro della media provinciale e i 1250 di Gallarate, Comune confinante. Non è comunque un primato da festeggiare secondo i due componenti dell’amministrazione Bellora: “Resta comunque una cifra alta e preoccupante, non è assolutamente una consolazione”. Cosa fare? Secondo Dozio e Tomasini, si dovrebbe cominciare a modificare la realtà esistente, conformata con tentazioni che andrebbero evitate. “La legge regionale attualmente in vigore – spiegano – vieta l’installazione di nuove slot entro i cinquecento metri dai luoghi sensibili (scuole, centri di aggregazione giovanili, bancomat e luoghi di culto), ma non tratta il problema di quelle già esistenti”.

Lo sportello antiazzardo

Le patologie compulsive legate al gioco d’azzardo toccano in particolare le fasce sociali più deboli, le persone a basso reddito, disoccupati, anziani e casalinghe. L’amministrazione comunale aveva  affrontato di petto il problema già tre anni fa, aderendo al progetto “CoordinAndoci contro l’overdose da gioco d’azzardo” e aprendo in città uno sportello di consulenza dedicato alla ludopatia. Secondo gli esperti di And – associazione di Gallarate che dal 2003 lavora sul territorio con il riconoscimento di numerose amministrazioni pubbliche che l’hanno scelta come partner per combattere la malattia del gioco – una persona su quattro vive all’interno delle mura domestiche il dramma della dipendenza da gioco d’azzardo patologico. Lo dicono le statistiche relative alla provincia di Varese, freddi numeri che convinsero nel 2015 l’amministrazione comunale ad aprire in città un punto di ascolto dedicato proprio ai malati del gioco, spesso rinchiusi in un pericoloso vortice fatto di solitudine, silenzio e vergogna.
Voluto fortemente dal sindaco Angelo Bellora con il sostegno di tutto il consiglio comunale che nel marzo del 2013 approvò all’unanimità una mozione presentata dai banchi d’opposizione da Giacomo Iametti (Forza Italia), lo sportello è uno spazio protetto a cui può rivolgersi chi teme di soffrire di ludopatia, ma anche i famigliari che possono trovare personale esperto sotto il profilo psicologico e normativo, in grado di orientarli favorendo l’accesso ai servizi di cura presenti sul territorio e garantendo, se necessario, prestazioni legali gratuite finalizzate alla tutela e all’analisi e ricostruzione del debito famigliare. L’obiettivo è spezzare il velo di vergogna che spesso impedisce di chiedere aiuto.