Borri, Busto al Centro: «Auditorium? Meglio un ITS. Maggioranza al capolinea»

BUSTO ARSIZIO – Cultura e housing sociale al Borri? Una scelta frutto di «improvvisazione» e di un errore di fondo, quello di «applicare il bando» della rigenerazione urbana «ad un’area per il quale non era confacente». Lo afferma Busto al Centro, il gruppo civico di opposizione che critica, nel metodo e nel merito, il progetto che la giunta Antonelli ha deciso di candidare per conquistare i 15 milioni del bando statale. Ma la bocciatura è anche politica: «Strano modo di procedere di una maggioranza oramai evidentemente sfrangiata e al capolinea».

Gli errori della maggioranza

Una bocciatura su tutta la linea. A partire dal fatto che la presentazione del bando ha «colto di sorpresa persino la Lega, partito del quale fanno parte i due assessori maggiormente coinvolti» e ha negato ogni tipo di partecipazione, con un agire «distaccato dal consenso e dalla condivisione». Mentre la scelta di puntare sull’ex Calzaturificio è discutibile: «Si è voluto applicare un bando, seppur interessantissimo e ricco, ad un’area centrale della città per la quale non era confacente».

Cultura? Meglio il lavoro

E nel merito della proposta, è «curiosa» la scelta di «insediare su un’area pregiata come quella del Borri una rilevante quota di edilizia sociale commista ad altre funzioni di elevato livello culturale». Tanto da richiamare alla mente le critiche di chi definiva indecoroso un supermercato a fianco dell’ex Borri. Anche la scelta (già criticata da Italia Viva) di inserire un Auditorium nel progetto sarebbe frutto di «improvvisazione». BaC avrebbe visto meglio l’ex Calzaturificio come «emblematicamente la giusta sede dove storia e cultura industriale ridiano forza a un nuovo sviluppo e a nuove sfide». Pensando ad esempio all’insediamento di un ITS, che è «un importante varco professionale per i nostri giovani».

La nota di BaC

La recente presentazione della partecipazione al bando statale per la “Rigenerazione urbana” ci ha colti di sorpresa e come noi ha colto di sorpresa persino la Lega, il partito del quale fanno parte i due assessori maggiormente coinvolti. Uno strano modo di procedere, per questa maggioranza oramai evidentemente sfrangiata e al capolinea.
Ci sia concessa una osservazione di base. Si è voluto applicare un bando, seppur interessantissimo e ricco, ad un’area centrale della città per la quale non era confacente. Pensare, ad esempio, di insediare su un’area pregiata come quella del Borri una rilevante quota di edilizia sociale commista ad altre funzioni di elevato livello culturale, ci pare un’idea a dir poco curiosa e che mai sarebbe stata pensata se non fosse stato il bando stesso ad esigerla. Ricordiamo le tante voci che ritenevano improponibile, persino indecoroso, un supermercato pur nel suo genere architettonicamente curato e rispettoso.
Se la presenza dell’edilizia sociale, con tutto il rispetto, era imprescindibile nel bando non si può che concludere che lo stesso poteva essere appetibile per altre zone della città bisognose di “rigenerazione” ma non per il Borri. La cattura di fondi “a prescindere” non sempre ha senso anzi in questo caso non ne ha proprio e apre la strada ad un’altra osservazione quella relativa alla presenza di un  auditorium e alle funzioni connesse, cosa che ci pare un ripiego per mancanza di altre migliori idee o la carenza di una riflessione complessiva. Comunque una mancanza di partecipazione senza la quale qualsiasi idea nasce già zoppa!
Se qualcuno afferma che la cultura “ha fame di spazi” e nessuno sa obiettare per timore di essere considerato un incolto, se altri sognano Busto “città dello sport” oppure “città della cultura” va ricordato che per farli diventare aree trainanti per la città occorre tempo, storia, tradizione e non certo improvvisazione come invece appare. Oggi Busto ha prioritariamente bisogno di recuperare forza nel suo asset naturale, per il quale può vantare storia e tradizione: l’economia e il lavoro.
E allora l’area dove ha prosperato il Calzaturificio Borri rappresentando un riferimento nazionale in termini di automazione e un riferimento mondiale in termini di metodologie di lavoro, riteniamo debba essere anche emblematicamente la giusta sede dove storia e cultura industriale ridiano forza a un nuovo sviluppo e a nuove sfide.
La presenza in Busto di almeno due realtà di livello nazionale nel campo delle reti e delle tecnologie telematiche e la presenza di un congruente già avviato Istituto Tecnico Superiore, avrebbe dovuto suggerire una forte attenzione ad una situazione in grande sviluppo e in grado di partecipare attivamente alla difficoltosa transizione economica della nostra città oltre che aprire un importante varco professionale per i nostri giovani, all’uscita dei nostri più che pregevoli istituti superiori. Quanto sopra senza dimenticare di dare un forte risalto alla capacità di una soluzione del genere nel poter creare le risorse economiche necessarie per la propria gestione, cosa che attualmente è stata del tutto trascurata.
Un’ultima osservazione di tipo generale si riferisce alla necessità che l’amministrazione sia legata al tessuto cittadino evitando di muoversi, su questioni di importanza strategica, in maniera distaccata dal consenso e dalla condivisione, come invece appare in questa circostanza.
Nutriamo tutto il rispetto per l’egregio lavoro svolto dai progettisti, che dati i tempi e le circostanze è stato  sicuramente un abile “confezionatore” di un bando avendo, come dichiarato dai tecnici stessi, l’impegno di raggiungere il più alto punteggio indipendentemente dalla qualità dei contenuti. Detto ciò, comunque, riteniamo che da troppo tempo questa amministrazione non coinvolga le risorse professionali locali, in grado sicuramente di mettere, in situazioni di questa portata, oltre che la loro certa capacità anche il portato della storia e delle esigenze della nostra città.

Busto, per le incompiute un piano da 28,5 milioni. Al Borri auditorium per la musica

busto arsizio centro borri – MALPENSA24