Busto, bandi per 50 milioni senza riunioni in maggioranza: la rigenerazione è un caso

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Emanuele Antonelli e Paola Reguzzoni

BUSTO ARSIZIO – I bandi per la rigenerazione urbana agitano la maggioranza di centrodestra. Progetti per quasi 50 milioni complessivi (28,5 milioni per le incompiute del centro storico, tra cui l’eterno Calzaturificio Borri, e 19 milioni per l’area delle Nord) che si candidano a ricevere 30 milioni di fondi da Stato e Regione per cambiare il volto della città, ma che arrivano in commissione territorio senza che ci sia stata una riunione di maggioranza. E se l’opposizione lamenta di non aver ricevuto i documenti, nelle chat politiche volano accuse al sindaco Antonelli (dalla Lega), dopo che nei giorni scorsi aveva fatto storcere il naso alla stessa Lega che, con il suo assessore Giorgio Mariani, aveva presentato il progetto delle Nord ai propri elettori nel “gazebo virtuale” prima che agli alleati e ai rappresentanti eletti. «Non c’è stato nessun confronto in maggioranza, ma conoscendo il carattere di Antonelli magari non è così strano» ammette il segretario cittadino della Lega Francesco Speroni. Ma il sindaco Emanuele Antonelli chiede «scusa» in commissione per i tempi stretti e cerca di gettare acqua sul fuoco, ricordando il lavoro degli assessori leghisti: «Nella fretta “all’italiana” di questi bandi, forse questa è la volta buona che qualcosa si fa».

Fibrillazioni in chat

Il caso è esploso sulla chat della Lega quando ancora la commissione territorio ieri sera (9 marzo) era in corso di svolgimento. Nel mirino sarebbe finito il sindaco, reo di non aver condiviso con l’intera maggioranza le proposte che si candideranno ai due bandi, in particolare quella sulle incompiute del centro che potrebbe risolvere dopo vent’anni l’eterno dilemma dell’ex Calzaturificio Borri. «In maggioranza effettivamente non c’è stato un confronto. Ma conoscendo il carattere di Antonelli magari non è così strano» commenta con una punta di sarcasmo il segretario cittadino della Lega Francesco Speroni. Che però non affonda il coltello nella polemica: «L’argomento è importante ma bisogna tener presente che la scadenza del bando è molto ravvicinata. E che i progetti, se emergesse qualche criticità, non vincolano la prossima amministrazione, qualunque essa sia».

I dubbi espressi pubblicamente

In commissione la leghista Paola Reguzzoni aveva sollevato qualche perplessità sulla sostenibilità del progetto del Borri, in particolare rispetto all’«idea che la parte che reggerà economicamente il tutto siano 200 metri quadrati di caffetteria e negozi che vendono strumenti musicali e dischi». Anche perché «i progettisti hanno risposto che non si può cambiare niente, in termini di suddivisione degli spazi e di destinazioni». Per l’ex assessore, che da presidente di Agesp Servizi aveva promosso il concorso di idee per il recupero dell’ex Calzaturificio, «il rischio è che troviamo finanziamenti per gli investimenti ma poi ci troviamo appesantiti di strutture pubbliche che gravano sulla parte corrente del bilancio, dove non abbiamo margini di manovra se non intervenendo sulla tassazione».

Antonelli chiarisce

A provare a chiudere il caso, direttamente in commissione, è lo stesso sindaco Emanuele Antonelli, prendendosela con il bando «all’italiana» che, pur a fronte di progetti così complessi, prevede «pochissimo tempo per ragionare, anche se parliamo di un Borri che è vent’anni che lì e non si è mai fatto niente, se non un concorso di idee che non è andato neanche a buon fine». E chiarendo il ruolo degli assessori della Lega nella partita: «Giorgio Mariani e Manuela Maffioli hanno riferito alla Lega, almeno questo mi hanno sempre detto, soprattutto per quanto riguarda Villa Radetzky e l’auditorium per la musica».

Le scuse alla commissione

«Scusate per la commissione fatta in questo modo ma i tecnici stanno ancora lavorando – ha aggiunto Antonelli – forse però questa fretta ci aiuta ad andare verso un indirizzo e forse è la volta buona che qualcosa si fa. Non sarà la perfezione che tutti vogliamo, io stesso pensavo ad altre cose per il Borri, ma ho capito che non ci sono i soldi per farlo. Dobbiamo aggrapparci ad ogni opportunità, perché senza questi bandi non potremmo mettere a posto questi edifici. Speriamo di portare a casa questi soldi per cambiare Busto».

Busto, per le incompiute un piano da 28,5 milioni. Al Borri auditorium per la musica

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