Busto, per le incompiute un piano da 28,5 milioni. Al Borri auditorium per la musica

BUSTO ARSIZIO – Uffici comunali, un auditorium per la musica e un edificio destinato all’housing sociale: è questo il futuro del complesso dell’ex Calzaturificio Borri, delineato nel progetto con cui l’amministrazione parteciperà al bando nazionale per la rigenerazione urbana. Un maxi-piano da 28,5 milioni di euro, che coinvolge, oltre al Borri, anche altre storiche incompiute: il conventino di via Matteotti, l’ex carcere di via Borroni, la villa Radetzky e l’ex presidio militare austriaco di via Roma, attuale sede dei servizi sociali. E che si candida a ricevere 15 milioni di euro dallo Stato, sugli 863 che il bando mette a disposizione dei capoluoghi di provincia e delle città con più di 60mila abitanti.

Il bando nazionale

In commissione territorio il sindaco Emanuele Antonelli e l’assessore all’urbanistica Giorgio Mariani svelano la proposta progettuale #viviBusto2030, redatta dall’architetto Paolo Danelli di Dapstudio, per la partecipazione al bando interministeriale relativo al Programma innovativo nazionale “Qualità dell’Abitare” (da non confondere con quello di Regione Lombardia per cui Busto punta sull’area delle Nord). Ben cinque i luoghi significativi nei quattro quadranti del centro storico cittadino che l’amministrazione punta a riqualificare. Ex carcere e Conventino verranno recuperati sulla base dei progetti già approvati, che Soceba dovrà finanziare con 1,9 milioni di euro legati alla rinuncia all’autosilo interrato di piazza Vittorio Emanuele, mentre Villa Radetzky avrà destinazione culturale e ospiterà la Casa della Fotografia e via Roma, al posto dei servizi sociali, si trasformerà in residenza (housing sociale) con attività commerciali al piano terra. Ma il “clou” del piano è il Borri, che attende ormai da vent’anni una destinazione.

Il futuro del Borri

Nel complesso dell’ex Calzaturificio verranno recuperati gli edifici vincolati dalla Soprintendenza: quello principale, che si affaccia su viale Duca d’Aosta, verrà destinato agli uffici comunali; la villa all’angolo con via Generale Biancardi ospiterà un bar/caffetteria e un’attività commerciale legata alla musica; la storica portineria diventerà un’innovativa “portineria di quartiere”. Il viale con doppio filare di alberi verrà valorizzato e aperto all’esterno, abbattendo la recinzione, mentre nelle aree una volta occupate dai capannoni, oggi in gran parte demoliti, troverà spazio l’auditorium per la musica, che nel rendering viene evocativamente dedicato al grande Uto Ughi. Sarà composto da tre blocchi (una sala principale da 300 posti, una sala secondaria da 60-70 posti, cinque sale prove per le associazioni e tre sale di registrazione per i giovani, con una piazza interna e un parcheggio sotterraneo da 90 posti (magari anche con velostazione). Sul retro del complesso, troverà posto un edificio residenziale di housing sociale, con portici che consentiranno di transitare da una parte all’altra della piazza.

Il rendering dell’Auditorium dall’interno, in affaccio sull’edificio principale del Borri

I conti del progetto

Nel complesso, il piano prevede un investimento stimato in 28,5 milioni di euro. Di cui 15 milioni dovranno arrivare dal bando nazionale. Gli altri saranno per 1,9 milioni a carico di Soceba, per 150mila euro di Regione Lombardia (per la portineria, finanziati nell’ambito del “piano Marshall”) e per 11,5 milioni a carico del Comune e dei privati che investiranno sugli spazi commerciali e di housing sociale. Se Busto vincerà il bando, gli interventi dovranno essere realizzati entro il 2033.

I dubbi

L’obiettivo del piano, come spiega il sindaco Emanuele Antonelli, è di «compensare i costi di gestione e manutenzione degli spazi pubblici con gli introiti» degli affitti residenziali e commerciali. Qualche dubbio è arrivato sia dalla maggioranza, con Paola Reguzzoni (Lega) che esprime perplessità sulla «sostenibilità delle strutture pubbliche» previste, in particolare l’Auditorium, e Claudia Cerini (M5S) che parla apertamente di un «piano faraonico». E in risposta al PD, che chiede conto dei criteri di scelta della destinazione musicale del Borri, l’assessore alla cultura Manuela Maffioli ricorda che è «da almeno un anno che si ipotizza uno spazio destinato alla musica, a fronte delle tante manifestazioni e attività musicali che si svolgono in città. È solo una delle necessità culturali. Ma il problema della gestione è reale, e va affrontato».

Maffioli: «Le incompiute? Destiniamole alla cultura. Un investimento per Busto»

busto arsizio borri auditorium – MALPENSA24