Busto, Boniotti (Italia Viva): «Che spreco un auditorium all’ex Borri»

baclassica maffioli mazzucchelli busto
L'ex calzaturificio Borri

BUSTO ARSIZIO – «Le incompiute non sono di Busto Arsizio, ma del centrodestra che governa da vent’anni». Parla il coordinatore della sezione cittadina di Italia Viva, Davide Boniotti, che interviene sul grande tema del momento: le opere incompiute. E sul loro futuro, con il progetto delineato dall’amministrazione del sindaco Emanuele Antonelli per partecipare al bando statale per la rigenerazione urbana. Un maxi-piano da 28.5 milioni di euro, che coinvolge diversi immobili. Fra tutti l’ex Calzaturificio Borri, in questo senso destinato a ospitare uffici comunali, un auditorium per la musica e un edificio per l’housing sociale. Ma non solo, anche altre storiche incompiute rientrano nei progetti: il conventino di via Matteotti, l’ex carcere di via Borroni, la villa Radetzky e l’ex presidio militare austriaco di via Roma, attuale sede dei servizi sociali. Proprio il futuro del Borri diventa motivo di «forte perplessità» per Boniotti: «Invece di un auditorium non era possibile pensare a qualcosa che fosse fruibile quotidianamente dalla cittadinanza?».

busto incompiute italia viva davide boniottiBoniotti, qual è la posizione di Italia Viva sul progetto per la riqualificazione delle “incompiute” bustocche?
«Comincerei con il chiarire che le incompiute non sono di Busto Arsizio, ma visto che l’attuale maggioranza è alla guida della città da vent’anni sono le incompiute del centrodestra. Tra l’altro mi sembra di ricordare che proprio il primo cittadino si fosse espresso contro chi utilizzava i lavori pubblici come cassa di risonanza in periodo elettorale, ma probabilmente mi sbaglio. Del resto, sarò io a pensare male, ma è normale che i progetti del Comune vengano presentati durante adunanze di partito o sottoposti all’ultimo senza possibilità di discussione in Commissione? Quanto meno, è normale per questa maggioranza e per questo sindaco».

Nel progetto di recupero è incluso anche il complesso dell’ex Calzaturificio Borri. Cosa ne pensate?
«Non possiamo che esprimere una forte perplessità su un progetto che veda la trasformazione di uno spazio così importante in un auditorium. Non me ne vogliano il maestro Uto Ughi e gli amanti della musica, ma ci chiediamo se a fronte di 30 milioni di euro di investimento, non si potesse pensare a qualcosa che fosse fruibile quotidianamente dalla cittadinanza».

Voi cosa avreste proposto?
«Nella realtà abbiamo anche fatto una proposta in tempi non sospetti, intervenendo nel dibattito pubblico e chiedendo in sostanza che si guardasse ai giovani, creando uno spazio dove poter socializzare con i coetanei, studiare o semplicemente pensare ad un punto di incontro che non fosse la pubblica piazza. Le dinamiche giovanili di Busto Arsizio non possono essere gestite solo con la repressione o demandando il tutto al terzo settore o agli oratori. L’amministrazione poteva pensare a questa fascia della popolazione, ma probabilmente non essendo la maggior parte dei giovani anche elettori non rientrano nei radar della maggioranza».

Lo spazio del calzaturificio è ampio. Crede che realizzare un punto di aggregazione per i giovani sarebbe stata la soluzione ideale?
«Infatti la proposta era più articolata, prevedeva spazi per il co-working, una mensa e una possibile sede museale per gli archivi degli stilisti. Logicamente l’idea si poteva perfezionare, arrivando a una soluzione con un processo di co-progettazione con i cittadini. Ma per l’ennesima volta ci troviamo di fronte a un’occasione mancata».

Passiamo alla politica: dopo la pubblicazione delle intercettazioni, avete chiesto le dimissioni del sindaco. Vi accusano di sciacallaggio.
«Beh, se difendere il buon nome della città o pretendere che non siano elementi “esterni” a influenzare l’amministrazione di Busto è da intendere come sciacallaggio, vuol dire che ho sempre dato al termine un significato sbagliato. Se poi alcuni esponenti politici difendono il sindaco con affermazioni come: “la rotonda non la voleva nessuno”, quando il progetto della Coop è stato approvato dalla stessa maggioranza di centrodestra prima delle elezioni e sorvolando sul fatto che questo “giochetto” potrebbe costare 5 milioni dei contribuenti, mi sembra che la toppa sia peggio del buco».

Busto, per le incompiute un piano da 28,5 milioni. Al Borri auditorium per la musica

busto incompiute italia viva davide boniotti – MALPENSA24