Busto a ferro e fuoco, Rogora: «Centro da presidiare. È un campanello d’allarme»

BUSTO ARSIZIO – «Il caos della notte di Natale? È suonato il campanello d’allarme». Il monito dell’ex assessore alla sicurezza Massimo Rogora, esponente di Fratelli d’Italia, alla luce del centro messo a ferro e fuoco la notte di Natale. «La prima cosa che farei è una telefonata al Prefetto per chiedere più uomini per presidiare le piazze – l’invito di Rogora – abbiamo raddoppiato le telecamere, ora raddoppiamo anche le forze dell’ordine. E certi botti che sento in questi giorni non sono regolari, sono vere “bombe” che possono provocare danni a persone e cose».

Sicurezza, il campanello d’allarme

Le immagini e le testimonianze della notte tra il 24 e il 25 dicembre, con la Messa in Basilica sotto assedio di botti e scalmanati, fanno discutere. «La campanella è suonata. Non è l’ultimo giro ma la nave che affonda» avverte Massimo Rogora, consigliere di Fratelli d’Italia e già assessore alla sicurezza nel primo mandato del sindaco Antonelli. «Occorre aumentare le pattuglie. Le piazze, San Giovanni, Santa Maria e Vittorio Emanuele, vanno presidiate e controllate. E se questa gente continua a fare disastri, si intervenga prima di assistere a quello che è successo due anni fa. Altrimenti ci prendono per i fondelli». Per l’ex assessore infatti «i controlli si possono fare, anche grazie alle telecamere che sono state implementate. Ma non facciamo la fine del Babbo Natale sradicato dopo mezza giornata…Piuttosto mettiamo le fototrappole anche in centro».

“Botti” pericolosi

E sui “botti” sparati contro la Basilica, Rogora sta sia con il consigliere Alessandro Albani, «che si preoccupa anche per gli animali», sia con il cittadino Massimo Galli che, invocando tutela per i “cristiani”, «ha avuto coraggio ad uscire allo scoperto». Per il consigliere di FdI però il problema è un altro: «Ho sentito certe “bombe”, talmente potenti che difficilmente sono in regola, qualcosa che dalle nostre parti non si era mai visto. E quelli sparati contro la chiesa sono inammissibili, mi sembravano botti contro il Natale e le nostre tradizioni». Ma la soluzione non è l’ordinanza: «Io non sono contro i botti, purché legali, ma ci sono tanti posti dove spararli piuttosto che sulle chiese e sulle abitazioni. Sappiamo che ordinanze e divieti sono impossibili da applicare, ma ci vuole rispetto. E sanzioni per chi è fuori legge: ci vogliono i servizi sociali, che puliscano loro le piazze il giorno dopo le feste».

Albani precisa

Il consigliere comunale e segretario della Lega Alessandro Albani invita invece a «non confondere i due piani» emersi dalla vicenda della notte di Natale, da un lato il problema della sicurezza urbana e dall’altro i “botti di Capodanno”. «Per quanto riguarda la sicurezza, l’amministrazione in questi anni si è attivata molto per fornire le strutture alle forze dell’ordine, ma sarebbe opportuno implementare le risorse umane che operano in città per garantire la sicurezza ai cittadini». Tornando al tema dei “botti”, Albani rivendica la sua posizione, che non è solo a tutela degli animali: «Nel mio appello ho fatto notare diversi aspetti del problema, dal rischio di infortuni e danni fisici, sia per chi li usa sia per gli altri, al tema della tutela dell’ambiente e della comunità intera, a partire dalle categorie più fragili, e non da ultimo il rispetto degli animali. Poi si tende sempre a focalizzare l’attenzione solo sugli animali, sottovalutando i rischi che comportano gli animali domestici e quelli selvatici spaventati dai botti, che attraversando la strada possono diventare un pericolo per le persone. E se si parla di cristianità, vorrei ricordare che molti Papi e Santi come Francesco, si sono dimostrati attenti al benessere degli animali. Che meritano rispetto perché sono creature di Dio».

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