BUSTO ARSIZIO – «Scusatemi per questo post, ma ho bisogno di tutti voi e delle vostre amicizie». Inizia così l’appello che l’assessore alla Sicurezza bustocco Massimo Rogora (nella foto) ha pubblicato oggi, venerdì 6 novembre sulla sua bacheca Facebook.
Mi padre grave per il Covid
Un post dove, purtroppo, Rogora spiega come il padre non sia più oggi l’uomo sorridente immortalato da una fotografia di appena 20 giorni fa. E spiega anche il perché: «Ora invece é ricoverato all’ospedale di Legnano in situazione veramente critica causa Covid – scrive Rogora – E’ appeso ad un filo e non risponde più a niente, ma é risaputo che la voce di una persona molto vicina al cuore può risvegliare anche dal coma».
Una videochiamata giornaliera
«Ebbene io ho bisogno di qualcuno che conosca persone importanti nella santità per raggiungere mio padre almeno con una video chiamata giornaliera – scrive Rogora da figlio – Fargli capire che lui non é solo: sono sicuro che i miracoli esistono. Vi prego datemi una mano a salvarlo e vi ricordo che in questa situazione non c’è solo mio papà», aggiunge nel post che in poche ore ha ottenuto centinaia di like a testimonianza della vicinanza di molti.
Volontari con i tablet
Critiche e vicinanza
Se in moltissimi hanno espresso vicinanza a Rogora, altri lo hanno accusato di essere intervenuto soltanto per suo padre. «Non è assolutamente così – spiega – L’appello alla politica tutta, superando ogni colore e divisioni, è affinché si possa intervenire negli ospedali di tutta Italia. I medici, gli infermieri, tutto il personale sanitario, stanno facendo un lavoro sovrumano. E non smetterò mai di ringraziarli per questo. All’ospedale di Legnano ci saranno 200 ricoverati: li stanno curando tutti, tutti insieme. Non si può chiedere più di così. Io rischio di perdere mio padre, ma milioni di famiglie sono nelle mie condizioni. Centinaia di pazienti Covid, soprattutto anziani, sono ricoverati. Sono soli. Terrorizzati: ha visto dei reparti Covid e lo sarebbe chiunque. Il personale sanitario fa di tutto per assisterli, ma tutti, indistintamente, chiedono di poter avere un contatto, anche se a distanza, con i propri famigliari. Sentire la voce di chi ami invece di parlare soltanto con i medici fa la differenza. Queste persone, i nostri anziani, vanno tutelati, sostenuti. Il mio appello è affinché tutti possano trovare questo conforto. Andiamo sulla Luna, troviamo il modo di mettere in contatto chi soffre e lotta con chi amano».