Busto, assemblea sindacale fuori orario di lavoro, Adl non ci sta: «Noi discriminati»

BUSTO ARSIZIO – «Si sbandiera tanto la democrazia, poi però il sindacato più rappresentativo in Comune non ha gli stessi diritti di altri che non hanno nemmeno un delegato». È Silvano Formica, rappresentante sindacale uscente di ADL, a contestare la mancata concessione dell’assemblea alla sua sigla in vista delle elezioni delle RSU comunali in programma il 5, 6 e 7 aprile. «Diamo fastidio perché non siamo allineati» tuona Fausto Sartorato, figura storica di ADL a Busto.

Il caso dell’assemblea “elettorale”

Il caso esplode alla vigilia dell’assemblea convocata dal sindacato di base ADL per giovedì 31 marzo al Museo del Tessile. «Stanno facendo di tutto per non farcela fare» l’accusa di Sartorato. Il punto dirimente è la possibilità o meno, per i dipendenti comunali, di partecipare in orario di lavoro. «Abbiamo sempre fatto le assemblee senza che nessuno avesse mai eccepito nulla» sottolinea la delegata Rsu Gabriella Centa. «Ma la Costituzione – aggiunge il candidato Carlo Rimoldi – consente di fare attività sindacale sui luoghi di lavoro ovunque e comunque».

Il braccio di ferro

«Si aggrappano al fatto che non siamo firmatari del contratto nazionale di lavoro, eppure con i nostri 60 iscritti siamo riconosciuti – denuncia Sartorato – questo atto è discriminatorio nei confronti degli altri sindacati ma anche dei lavoratori. Temo che non sia tutta farina del sacco dell’amministrazione, che non ci ha mai ostacolato più di tanto». Non solo: «Volevano pure farci pagare la sala, per parlare con i lavoratori – aggiunge il sindacalista di ADL – poi quando ho annunciato che ci saremmo riuniti davanti al Comune, all’aperto, ecco che è arrivata la telefonata per dirci che avremmo avuto la sala gratis».

Le battaglie di ADL

Di certo l’assemblea di giovedì 31 marzo «si farà lo stesso», fanno sapere i rappresentanti di ADL: i lavoratori che vorranno partecipare, per come stanno le cose ora, dovranno prendere un permesso. «Ne prendiamo atto e andiamo avanti per la nostra strada – assicurano dalla sigla sindacale – continueremo con le nostre battaglie democratiche. Se non siamo d’accordo noi lo diciamo». In particolare quella più pressante riguarda il tema del premio incentivante: «Siamo contrari all’introduzione di indennità a pochi che finiranno per decurtare il fondo a disposizione di tanti. Meglio agire sulle progressioni per tutti».

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