Busto, “caso” Rogora? Solo casino. «La mia reazione? Come un calciatore sostituito»

BUSTO ARSIZIO – “Caso” Max Rogora? No, solo un po’ di casino. Quello creato dall’ex assessore leghistanon nuovo agli show in sala esagonale – con il suo intervento da “picconatore” in consiglio comunale mercoledì sera e con il “rinforzino” in chat della mattina successiva. «Non ho detto niente di male, e se il sindaco avesse risposto dopo gli assessori lo avrebbe capito – l’esegesi del giorno dopo dello stesso Max Rogora – e il messaggio in chat è stata come la reazione di impulso al “mister” di quei calciatori che vengono sostituiti quando pensano di non meritarselo. Poi però tutto rientra». “Cose di campo“, dunque, per restare nel gergo della metafora calcistica.

La “moviola”

Del resto, rimarca il consigliere “ribelle”, «era un messaggio in una chat di maggioranza che dovrebbe restare riservata e non finire di dominio pubblico». Un po’ come gli scazzi nello spogliatoio tra il calciatore che fa le bizze e il Mister che lo ha cazziato. E quindi, tutto rientrato? «Con Fratelli d’Italia nessun problema» chiarisce Max Rogora. «Si sono dissociati, sì, ma da cosa? Ho solo elencato una serie di cose da fare nei prossimi tre anni, che sarebbero la ciliegina sulla torta di un’amministrazione che sta lavorando bene». L’ex leghista qui chiama in soccorso la “moviola” per discolparsi. «Mi spiace per quello che è successo, ci mancherebbe – spiega Rogora – però da consigliere ho fatto un intervento con tanti elogi e alcune domande, come è nel mio diritto. Se avessi voluto rompere le scatole avrei presentato mozioni e interrogazioni, e se avessi voluto litigare avrei litigato, mi conoscete. E se il sindaco, invece di rispondere subito, avesse aspettato a rispondere dopo gli assessori – qualcuno mi ha ringraziato per la mia domanda – avrebbe capito che non c’era niente di male nel mio intervento. Poi lo capisco perché abbiamo un carattere simile». Insomma, caso chiuso dopo la tirata d’orecchi dei “Fratelli” e Max rimane nel gruppo del partito di Giorgia Meloni. Almeno fino al prossimo casino.

Le conseguenze e il precedente

Di certo c’è che, dietro alle dichiarazioni di rito, l’intervento di Max Rogora in consiglio ha ringalluzzito quei “peones” della maggioranza di centrodestra che, tra i banchi del consiglio, si sentono un po’ stretti nel ruolo di meri esecutori delle decisioni della giunta e che vorrebbero incidere di più, e contare nelle scelte invece che limitarsi ad alzare la manina per votare a favore alle delibere che arrivano in aula. Lunedì sera, 9 ottobre, è convocato un importante vertice di maggioranza sul Pgt, e già lì si vedrà se c’è un effetto Max Rogora che avrà dato coraggio ai “peones”. Qualcun altro poi ha paragonato l’intervento del consigliere di Fratelli d’Italia a quello, celebre, del leghista Antonio Raimondi che, attaccando il bilancio della prima giunta di Gigi Farioli nella dichiarazione di voto in consiglio, provocò le immediate dimissioni dell’allora sindaco, poi rientrate con un memorabile discorso al concerto di Pasqua.

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