Busto celebra i cento anni di Angioletto Castiglioni. «Testimone per la pace»

BUSTO ARSIZIO – Oggi, 13 agosto 2023, Angioletto Castiglioni avrebbe compiuto cento anni. Deportato a Flossenburg, sopravvissuto al lager nazista, dedicò la sua vita alla testimonianza e alla cultura della pace, della libertà e della democrazia. Cittadino benemerito, viene ricordato nel “suo” Tempio Civico. «Angelo Castiglioni è insieme un angelo custode, un maestro, un testimone e un memento» lo ricorda Gigi Farioli, che era sindaco quando l’ex deportato se ne andò all’età di 87 anni, il 24 maggio 2011. «Quando morì uscì l’arcobaleno – fa notare l’ex sindaco – fu un vero operatore di pace. Mai da lui parole di odio, di violenza o di vendetta, questa fu la sua grandezza».

La sua storia

Angioletto Castiglioni nacque il 13 agosto del 1923 a Busto Arsizio. Operaio, fu catturato dai nazifascisti per essere entrato a far parte dell’organizzazione antifascista clandestina bustese e deportato a Flossenburg dopo essersi rifiutato di fare i nomi dei suoi compagni. Immatricolato col numero 43549, sopravvisse al lager e fu riportato in Italia nell’agosto del 1945. Dopo un decennale silenzio sulla sua tragica esperienza, si dedicò a portare nelle scuole varesine, come dirà, «il dovere etico della memoria» e «la voce degli amici che da quell’inferno non sono più ritornati».

Il “quarantunesimo consigliere”

Il suo nome è scritto sulle lapidi marmoree del palazzo Municipale, per la civica benemerenza conferita dall’allora sindaco Gian Pietro Rossi, ma a lui è intestata anche la sala più sacra della democrazia cittadina, la sala consiliare di palazzo Gilardoni, anche in memoria di una fedeltà che Angioletto a quella sala aveva riservato negli anni: era definito “il quarantunesimo consigliere” perché all’epoca i consiglieri comunali erano 40 e lui non mancava mai in presenza ad una seduta dell’assemblea civica.

La grandezza di Angioletto

«Ma la sua grandezza non sta tanto in questa fedeltà – sottolinea Gigi Farioli – quanto nella fedeltà ai valori e ai principi che hanno accompagnato la sua vita. Un uomo che fece la “marcia della morte”, che si salvò grazie ad un pezzo di pane e a una crocerossina, che soffrì e poi dedicò tutta la sua vita alla testimonianza per la libertà. E mai uscì dalla sua bocca una parola di odio, di violenza o di vendetta: fu sempre un vero operatore di pace. Non fu organico a nessuna delle associazioni storiche della Resistenza ma insieme tutti lo ricordano come il massimo testimone per i giovani e le scuole, tanto che grazie a lui ogni anno viene conferita una borsa di studio ai giovani. Resistette a chi voleva rubargli le armi per continuare una rivoluzione, perché era uomo di pace, di libertà e di democrazia, ma anche di amore e rispetto, e grazie a lui il Tempio Civico è luogo di educazione permanente alla pace».

Il ricordo al Tempio Civico

Proprio il santuario dedicato a Sant’Anna, di fronte al palazzo comunale e alla piazzetta intitolata alla “pietra viva” di Angioletto Castiglioni, è stato predisposto dagli Amici del Tempio Civico per ricordare il centenario dalla nascita dell’ex deportato bustocco. «La sua opera di cura della memoria e di cultura della pace è stata d’esempio per tutti, ma soprattutto per le giovani generazioni – scrive Ernesto Speroni, dell’associazione “Amici di Angioletto” – la sua testimonianza non si è esaurita con la fine della sua esistenza terrena, ma prosegue grazie alle iniziative di coloro che l’hanno conosciuto traendone importanti insegnamenti».

busto arsizio angioletto castiglioni – MALPENSA24