Busto: fuori Farioli, avanti i leccapiedi

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Tanto tuonò che piovve. Consentiteci la frase fatta per sintetizzare la decisione di Gigi Farioli di dimettersi da assessore della giunta bustocca di Emanuele Antonelli. Tuoni che si rincorrono e rumoreggiano da alcuni giorni in scia a sussurri e grida per la formazione di una lista di area moderata, che aggreghi cespugli e cespuglietti di centro, e che candidi a sindaco lo stesso Farioli. Possibile? ci si domandava dubbiosi fino a qualche ora fa. Possibile, ripetiamo ora ma in modo affermativo alla luce della scelta dell’ex primo cittadino bustocco di affrancarsi dall’esecutivo di Palazzo Gilardoni per tentare un’avventura politica ed elettorale che, in qualche modo, indipendentemente da che cosa farà Forza Italia, il partito di Farioli, lacera il centrodestra locale. Quanto meno lo costringe a fare a meno del suo storico esponente di maggior prestigio, che piaccia o no a coloro i quali (Fratelli d’Italia) cercano di intestarsene la leadership. Ma i veri leader sanno anche, al momento giusto, fare passi indietro per tenersi stretti gli uomini migliori, sanno abbozzare e blandire. Non umiliano chi sta al loro fianco come negli anni è accaduto tra Antonelli e Farioli.

Quest’ultimo avrà mille ragioni politiche a giustificazione della sua clamorosa scelta, ma soprattutto ha ragioni personali che, anche se non lo dirà mai, lo hanno spinto a contrapporsi proprio al “suo” centrodestra e a un sindaco che, invece di essergli amico, lo ha spesso preso a pesci in faccia. Diciamo le cose come stanno, non giriamoci troppo attorno, tanto sono situazioni note ai più: nasconderle sarebbe da pusillanimi.

Il quesito che ora tutti si pongono è soprattutto questo: chi seguirà Farioli? Bè, Italia Viva, che, da dietro le quinte, ha manovrato per arrivare a una simile soluzione. Poi i partitini dello zero virgola in cerca di gloria che, non dimentichiamolo, sommati assieme possono rappresentare un problema, anche se marginale, per la riconferma di Antonelli. Poi alcuni singoli personaggi che non temono di perdere i favori del principe e che non guardano ai posti e ai miseri privilegi che potrebbero derivare loro restando nei ranghi. Poi, forse, Noi con l’Italia, il gruppo ciellino che sta ragionando su quale sia l’opportunità migliore nella circostanza. Appunto, l’opportunità.

E Forza Italia? A Busto Arsizio è in fase di dissoluzione da tempo. Volendo, potremmo scrivere nero su bianco chi tra i berluscones si straccerà le vesti e, fingendo di dolersi dell’accaduto, non muoverà un passo fuori da Palazzo Gilardoni, in linea con le più strette logiche del leccapiedismo. Farioli rischia di ritrovarsi con la bandiera ma senza più un esercito. In fuga da lui anche coloro i quali gravitano ancora nell’orbita di Agorà, la vecchia componente di Nino Caianiello che, secondo le indiscrezioni, non intendono affatto rimanere con un pugno di mosche in mano e si butteranno a capo fitto per ritagliarsi qualche strapuntino.

Infine, la Lega. Argomento delicato per un partito che a Busto non ha mai voluto la riconferma di Antonelli ma che invece rimane al suo fianco, lo sostiene. Quasi un ossimoro, se non fosse che il diktat, per motivazioni che vanno oltre Busto e che meritano un discorso a parte, arriva dall’alto. I leghisti locali non hanno le palle per imboccare una strada diversa, che non sia quella dell’accondiscendenza. Ci stupiremmo se, spinti dalla decisione di Farioli, mantenessero fede a ciò che hanno sempre predicato: che Emanuele Antonelli, al grido di “qui comando io”, non ha il physique du role per gestire una coalizione amministrativa. Ma il reiterarlo non serve a nulla se non si ha la capacità di tradurre le parole in fatti concreti. E Antonelli, con o senza Farioli, rimane il favorito nella gara alle urne. Grazie alla Lega.

Farioli: “A Busto facciamo chiarezza”. Lui candidato sindaco per i gruppi moderati?

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