BUSTO ARSIZIO – Giovani protagonisti alle celebrazioni del Giorno del Ricordo delle vittime delle foibe e dell’esodo di oltre 250mila italiani dell’Istria, di Fiume e della Dalmazia. Celebrazioni che si sono svolte venerdì 8 febbraio a Borsano, quartiere che accolse centinaia di sfollati, e oggi, sabato 9 febbraio, nell’aula magna dell’Università degli studi dell’Insubria a Varese. Questa seconda cerimonia è stata organizzata, come ogni anno, dal Comitato Provinciale dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia di Varese. E Busto Arsizio, come ogni anno, era presente con l’assessore ai Servizi Sociali Miriam Arabini e il gonfalone del Comune. Entrambi gli eventi hanno visto le scuole protagoniste.
Coinvolte tutte le scuole
Venerdì al teatro Aurora di Busto si sono ritrovati gli studenti di cinque istituti superiori (Licei Crespi, Tosi e Candiani, ITE Tosi e IPC Verri), alcuni coinvolti direttamente nella presentazione dei lavori di approfondimento sulle tragiche vicende storiche che toccarono da vicino anche Busto, come ricordato sia dal vivo da alcuni testimoni intervistati dagli studenti del Verri, sia nel documentario “Italiani due volte” prodotto dall’amministrazione comunale e realizzato dall’Istituto Cinematografico Michelangelo Antonioni in collaborazione con il Gruppo ricerche storiche di Borsano. «Era un sogno per la comunità di Borsano poter raccogliere le testimonianze in modo permanente – ha spiegato l’assessore alla Cultura Manuela Maffioli – così abbiamo coinvolto l’ICMA, la nostra scuola di cinema, perché realizzasse questo documentario, un regalo fatto alla città che rimarrà per sempre come patrimonio documentale a testimoniare una tragedia internazionale che ha toccato la nostra città, una città che ha accolto quelli che Montanelli definì Italiani due volte, per nascita e per scelta».
L’omaggio agli esuli di Borsano
Nel documentario si ascoltano appunto le voci di alcuni esuli che trovarono casa a Borsano, tra cui quella della produttrice Rita Rusic che racconta di quando venne a vivere con la famiglia a Busto Arsizio: «Ero una bambina e mi ricordo i palazzi alti, non c’era il filo spinato, mi sembrava bellissimo, mi sembrava New York. Soprattutto era un’opportunità importante. Era l’inizio della libertà, l’inizio del nostro futuro». Dell’evoluzione urbanistica del quartiere hanno parlato gli studenti dell’Artistico Candiani, che hanno svolto un approfondito lavoro di ricerca sia storico sia architettonico su Borsano che nei prossimi mesi diventerà una mostra; del quadro storco internazionale si sono invece occupati gli studenti dell’ITE Tosi. Tra le altre voci fissate permanentemente nel documentario, va evidenziata quella del sindaco di allora, Gianpietro Rossi, che diede il via alla realizzazione del villaggio che accolse gli esuli: «scelsero Busto perché ebbero fiducia nella gioventù che allora guidava la città», ha spiegato. Di fiducia nei giovani ha parlato anche il sindaco Emanuele Antonelli: «La lezione di oggi è una delle più importanti dell’anno – ha detto ai ragazzi – Voi siete il nostro presente e il nostro futuro: è importante che conosciate la storia e che continuiate a ricordare il passato perché grazie a voi queste tragedie non accadano mai più».
Il liceo Cairoli vince il Premio Missoni
Scuole protagoniste anche oggi a Varese: gli studenti del liceo varesino Cairoli, con un filmato-intervista a un’esule hanno vinto il Premio Ottavio Missoni, consegnato da Rosita e Luca Missoni. Presenti la parlamentare Maria Chiara Gadda, il vice presidente del consiglio regionale e assessore regionale Francesca Brianza, il sindaco di Varese Davide Galimberti, l’assessore Arabini per Busto, e il direttore di Rete55 Matteo Inzaghi protagonista di una bellissima intervista-confronto con gli studenti. La cerimonia si è chiusa con l’esibizione del Coro Voci del Rosa di Busto Arsizio. A Busto, infine, non sono mancati venerdì un momento religioso (la santa messa nella chiesa di Borsano) e un momento di riflessione che si è svolto davanti al monumento dedicato a San Biagio nella piazzetta intitolata a don Emerico Ceci, sacerdote di origini istriane che si prodigò per gli sfollati a Borsano, alla presenza dei consiglieri Valerio Mariani e Orazio Tallarida, di alcune associazioni che si occupano di mantenere viva la memoria e di molti ragazzi.
