Busto, il Comune ha deciso: il chiosco di piazza San Giovanni deve sgomberare

BUSTO ARSIZIO – Arriva l’avviso di sfratto per il chiosco di piazza San Giovanni. L’ordinanza di rimozione dell’amministrazione comunale concede al bar Sempre Pronto tre giorni di tempo per far sloggiare la struttura mobile posizionata al centro della piazza della Basilica, altrimenti sarà il Comune stesso a portarla via. «Occupazione abusiva» recita in soldoni il provvedimento. Ma il titolare dell’esercizio, Gianpiero Matichiecchia, non ha intenzione di mollare: «Non ce ne andremo e ricorreremo in tutte le sedi. Lasciateci lavorare e troviamo una soluzione».

L’ordinanza

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A più di due settimane dall’esplodere della polemica, alla vigilia della Patronale di San Giovanni, arriva l’ordinanza di rimozione del chiosco mobile, firmata dalla dirigente del settore attività produttive Monica Brambilla. In cui si chiede alla società che gestisce il bar Sempre Pronto di «provvedere entro il termine perentorio di 3 giorni alla rimozione della struttura mobile» e dei relativi allacciamenti, oltre che all’integrazione della documentazione per l’occupazione del suolo della piazza con tavoli, sedie e ombrelloni. Se il chiosco non verrà spostato entro lunedì, dunque, ci penserà il Comune, con una «rimozione d’ufficio, con spese a carico dell’inadempiente». Ma il chiosco, spontaneamente o con la forza, dovrà lasciare la piazza della Basilica.

Le motivazioni

«Occupazione di suolo pubblico sostanzialmente priva di titolo» si legge nel provvedimento, che cita il verbale di accertamento de 22 giugno in cui si riscontrava la presenza di «una struttura mobile, il rimorchio targato, non prevista tra gli elementi di arredo urbano ammessi» dalla delibera sulla Tosap gratis per i tavolini dei bar, oltre a segnalare la «documentazione incompleta» per la richiesta di occupazione della piazza e alle multe, con obbligo di rimozione per «occupazione abusiva», inflitte dagli agenti nella giornata del 24 giugno. Nella richiesta degli spazi della piazza, il bar aveva annunciato che avrebbe posizionato 24 ombrelloni, 200 tavoli, 600 sedie e tre strutture «amovibili», chiosco, banco gelati e congelatore. Ma «la struttura risulta allacciata in modo permanente ai servizi di rete – argomenta l’ordinanza – perdendo così le caratteristiche della mobilità».

Il gestore: «Non ce ne andremo»

«Siamo alle solite» scuote la testa Gianpiero Matichiecchia, il titolare dell’attività di piazza San Giovanni. «Dopo aver fatto il primo ricorso per le multe ricevute e chiesto un’audizione per parlarne, i signori del Comune non ci hanno neanche voluto incontrare. Siamo gente che lavora 18 ore al giorno per recuperare dopo tre mesi di chiusura per il Covid e nemmeno ci ascoltano». Il gestore del Sempre Pronto non intende fare marcia indietro: «Non ce ne andremo, ricorreremo al Tar nei termini previsti dall’ordinanza. Se vogliono levare il chiosco, facciano pure, a quel punto saremo noi a chiedere i danni. Anche se continuo a pensare che una battaglia legale non ha alcun senso e che si potrebbe trovare una soluzione diversa».

«Sicuri che il problema sia il chiosco?»

Matichiecchia si era proposto di abbellire il chiosco, ma non ha avuto risposta. «Eppure il sindaco dovrebbe ringraziarci per il servizio che svolgiamo e per tutto quello che grazie a noi commercianti non succede – spiega il gestore del bar della piazza – ieri sera (9 luglio) a Busto c’è stato un accoltellamento, in altre piazze ci sono assembramenti problematici dove i cittadini hanno paura a passare a piedi. E il problema di Busto sarebbe il chiosco del Sempre Pronto con la gente seduta ai tavolini e la musica spenta all’una in punto?».

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