Due galli nello stesso pollaio non possono convivere. E a sinistra spunta Cattaneo

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GALLARATE – Sarà anche la Città dei due Galli, ma non può fare eccezione. Due galli nello stesso pollaio non possono convivere, soprattutto se dotati di forte personalità e con una propensione all’accentramento dei poteri. A meno di un anno di distanza dall’appuntamento con le urne, il ritorno di Nicola Mucci in Forza Italia cambia radicalmente lo scenario a Gallarate in vista delle Amministrative 2021.

Il ruolo di Mucci

La questione di fondo è proprio il ruolo che vorrà ricoprire Nicola Mucci nella sua seconda (o terza, se si considera la parentesi infelice con Scelta civica) vita politica. Partendo dall’ipotesi che Andrea Cassani sarà ancora il candidato sindaco del centrodestra e che venga riconfermato, appare davvero difficile immaginarsi il suo predecessore seduto in consiglio comunale a lodare le gesta dell’esecutivo e ad alzare la mano ogni volta rispondendo agli ordini di scuderia. Addirittura impossibile credere che Mucci possa entrare a far parte della giunta Cassani. Dunque? L’unica possibilità per tenere assieme Lega e Forza Italia è che Mucci si accontenti di un ruolo di vertice all’interno del partito, ma fuori dall’amministrazione gallaratese. Altrimenti la tenuta della coalizione è in serio pericolo. Ma ci sono almeno due fattori che non possono fare escludere la nascita di un terzo polo alternativo alla Lega con Fratelli d’Italia e alla coalizione di centrosinistra.

Il terzo polo

Nel vasto panorama di centrodestra ci sono una serie di gruppi e persone che hanno un conto in sospeso con l’attuale sindaco. L’anticassanismo potrebbe convincerli a coalizzarsi. Stiamo parlando di quella parte di Forza Italia che voleva votare già la mozione di sfiducia lo scorso dicembre, dell’ex azzurro Leonardo Martucci, di Roberto Borgo e di alcuni leghisti della prima ora, e naturalmente dei ferrazziani di Libertà per Gallarate. Da valutare anche la posizione di Gallarate 9.9, lista civica che da sempre guarda più a destra che a sinistra, e dei centristi guidati da Donato Lozito. Lui, presidente del consiglio comunale sia con Mucci sia con Cassani, dovrà decidere in quale delle due scarpe infilare il proprio piede. E il candidato sindaco? La coalizione ne avrebbe almeno due già pronti: lo stesso Mucci o Luca Ferrazzi, che da tempo medita il ritorno alla politica attiva con un ruolo di primo piano.
Il secondo fattore risiede nella storicità dei rapporti tra Forza Italia e Lega. Dal 1994 a oggi sono più gli anni che sono stati divisi di quelli in cui hanno governato assieme. Non c’è dunque solo una parte dei berlusconiani che vorrebbe affrancarsi da Cassani, ma c’è anche uno zoccolo duro all’interno della sezione leghista che non dimentica i trascorsi e che con Mucci non si siederebbe nemmeno a bere un caffè. Per questo non vede l’ora di liberarsi di un alleato che negli ultimi cinque anni gli ha creato non pochi problemi, l’indagine Mensa dei poveri su ogni altro.

Spunta Cattaneo

Con l’attuale maggioranza che potrebbe spaccarsi, tornano prepotentemente a salire le quotazioni del centrosinistra. Con tre poli la conquista del ballottaggio non è certo una chimera, a condizione di azzeccare – come fu fatto nel 2011 con Edoardo Guenzani – il candidato giusto. Il Pd di cartucce da sparare ne ha almeno tre, ma proprio come nove anni fa Città è Vita è convinta che si debba pescare dalla società civile. Un nome lo avrebbe già portato all’attenzione degli alleati. Si tratta di Giacomo Cattaneo, volto noto del Motoclub Cascinetta e imprenditore nel settore dell’abbigliamento.

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