Busto, la tassa rifiuti aumenta: pochi euro per le famiglie, salasso (8%) per le imprese

BUSTO ARSIZIO – La Tari aumenta ancora, lo ha rivelato in commissione bilancio l’assessore alla partita Maurizio Artusa. I numeri: più 3,5% medio per le famiglie, che significa dai 3 ai 13 euro per un appartamento da 100 metri quadrati, ma più 8% sulle utenze non domestiche, le imprese, tra cui commercianti e artigiani, già ipertartassate su tanti fronti. Tanto che oggi si è tenuto un primo summit chiarificatore tra gli assessori competenti (Artusa e la delegata alle attività produttive Manuela Maffioli) e i rappresentanti cittadini di Ascom. Ma anche in maggioranza il boccone è amaro, anche se il sindaco Emanuele Antonelli si aspetta che in futuro i benefici dell’operazione Neutalia possano consentire di ridurre il peso della Tari.

Tari su tra il 3 e l’8%

Il nuovo piano finanziario della Tari, che verrà portato in approvazione in consiglio comunale mercoledì 27 aprile, è stato illustrato in commissione dall’assessore al bilancio Maurizio Artusa. Un incremento medio del 3,56% sulle utenze domestiche (le famiglie) e dell’8% sulle utenze non domestiche (le attività produttive). Le proiezioni fatte dall’assessore indicano, per un’abitazione da 100 metri quadri, un aumento della Tari che va da un minimo di 3,65 euro per i single fino ad un massimo di 13,86 euro per le famiglie più numerose (6 occupanti o più). Il più incidente rincaro sulle imprese deriva invece principalmente dal fatto che, per via della legge che dallo scorso anno esenta alcuni spazi non produttivi delle attività industriali dal pagamento della tariffa rifiuti, la superficie tassabile complessiva si è ridotta di ben 460mila metri quadrati. E le altre utenze hanno dovuto sopperire visto che la Tari deve coprire al 100% i costi del servizio di raccolta e smaltimento rifiuti, pari ad oltre 15 milioni di euro.

I mal di pancia in maggioranza

In consiglio è scontato che il piano tariffario Tari passerà, ma i mal di pancia sono emersi chiaramente già in commissione. «Una decisione difficile ma inevitabile, per forza il nostro voto sarà favorevole» ammette il capogruppo Marco Lanza. Ma l’adeguamento dovrà essere quantomeno accompagnato da «un piano industriale per la razionalizzazione dei costi per il futuro». E Roberto Ghidotti chiede all’assessore Artusa «come far digerire soprattutto ai piccoli artigiani, che rappresentano il substrato più forte della manifattura del nostro territorio, questo aumento pieno visto che non hanno usufruito dello sconto» sulle superfici tassabili.

Le domande di Farioli

Un tasto, quest’ultimo, su cui batte anche Gigi Farioli, capogruppo di Popolo Riforme e Libertà, ricordando due questioni già sollevate in passato in consiglio. Da un lato la ingiustificata interpretazione, a suo dire, della legge «che ha portato ad una mancata diminuzione delle superfici tassabili per le imprese artigiane, doppiamente penalizzate» visto che questo fatto ha comportato «un aumento esponenziale dell’incidenza della Tari sulle utenze non domestiche». Anche perché, l’altra questione sollevata da Farioli, «la suddivisione 52-48% della copertura della Tari tra utenze domestiche e non domestiche non è più corrispondente ai fatti», e sarebbe dovuta cambiare. Osservazioni che l’assessore Artusa rimanda sostanzialmente «al prossimo anno», visto che richiederebbero una serie di passaggi e valutazioni supplementari con il gestore del servizio Agesp Spa che in questo momento non sono fattibili, mentre sulle imprese artigiane invece «si è cercato di mitigare l’impatto». E l’antonelliano Lanza ribadisce: «Non si è potuto fare quello che chiede Farioli». L’ex sindaco però insiste: «La nuova legge è in vigore già dall’anno scorso. Hanno avuto un anno di tempo per fare questi passaggi».

I dubbi delle altre minoranze

E se Maurizio Maggioni (PD) chiede di «andare verso la misurazione puntuale» per far pagare la “bolletta” dei rifiuti in base a quanti se ne producono, Gianluca Castiglioni (BaC), pur premettendo che ritiene «giustificabili gli aumenti a fronte di un miglioramento del servizio», invita a ricordare che «arriviamo da due anni difficili, in cui tante attività produttive, soprattutto quelle della ristorazione e del terziario, hanno subito mancati guadagni».

Le rassicurazioni del sindaco

In uno scenario che apre le porte ad un dibattito intenso in consiglio e a qualche possibile contestazione dal mondo produttivo, il sindaco Emanuele Antonelli prova ad addolcire l’amara pillola. «Entro la fine dell’anno uno sconto per calmierare gli aumenti ci sarà, anche perché confido in un aiuto del governo agli enti locali. Ma è l’impegno che ci prendiamo come amministrazione». D’altra parte il piano tariffario Tari va deciso entro il 30 aprile ma le “bollette” si pagano in autunno, e il tempo per rimediare ci sarebbe. «E poi – aggiunge il sindaco – conto tanto su Neutalia. Il cambio di passo c’è stato, e se il termovalorizzatore comincia a funzionare potremo tirar fuori dei profitti che serviranno a calmierare la Tari. Sarà un aiuto in più, magari non nell’immediato, ma nei prossimi anni».

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