Busto, parco Mayer: dopo gli ulivi “tornano” querce e oleandri. Stesso ladro

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BUSTO ARSIZIO – No, non è finita così bene come avrebbe potuto. La vicenda è quella dei furti (purtroppo il plurale è d’obbligo) ai danni del parco Mayer di Busto Arsizio. Qualche giorno fa Alberto Mayer, che con alcuni volontari cura l’area verde comunale da 16mila metri quadrati intitolata al padre Saverio, aveva segnalato il furto di due giovani ulivi dal parco. Ne aveva segnalato il furto sia alle autorità competenti (consegnando la foto con targa ben visibile dell’auto usata per sottrarre le due piante) che sui social e ai giornali spiegando che se l’autore del “colpo” avesse restituito il maltolto e si fosse scusato la questione sarebbe finita lì.

Si stava rifacendo il giardino

Il giorno dopo, con fare contrito, s’era presentato il ladro che, munito di vanga, aveva ripiantato i due ulivi al loro posto scusandosi. Mayer aveva archiviato la vicenda parlando di «lezione di civiltà riuscita», salvo poche ore dopo essere costretto a ricredersi. «La mattina dopo la restituzione degli ulivi ci siamo accorti che mancavano due giovani querce e un oleandro – spiega – Non riuscivamo a crederci. Il dubbio ci è venuto immediatamente e siamo andati a controllare nel giardino di chi aveva già preso gli ulivi. Le nostre piante erano lì: evidentemente le aveva prelevate prima di prendere anche gli ulivi». Inutile dire come Mayer e i volontari che mantengono l’area pulita e fruibile a tutti abbiano incassato la presa in giro. «Abbiamo rifiutato le scuse, palesemente non sincere naturalmente. Avevo anche detto, dopo la restituzione degli ulivi, che questa persona poteva aggiungersi al gruppo dei nostri volontari: chiaramente dopo l’accaduto non è più la benvenuta » e con un post Mayer stesso ha raccontato l’accaduto. La mattina dopo una misteriosa “befana” ha fatto ritrovare le tre piante al parco.

C’è sempre qualcuno che vede

Mayer non cede al livore: «Non serve calcare la mano – spiega – Vorrei invece cercare di fare tesoro dell’esperienza proponendo a tutti una riflessione. Molti di noi, quando sono convinti di non essere visti, ignorano le regole e se ne infischiano degli altri. Quando invece capiscono di essere stati colti sul fatto allora ritirano la mano, inventano mille scuse». Tanti “non sapevo”, “non credevo” «Come quelli che non raccolgono i bisogni del cane se pensano di non essere visti, oppure quelli che lasciano il cane libero nel parco senza guinzaglio, quando invece è obbligatorio, dicendo: “tanto sono solo”. Magari sono soli perché i proprietari di altri cani più piccoli hanno paura ed evitano di entrare. Di qui la riflessione: visto che c’è sempre qualcuno che guarda, tanto vale comportarsi sempre secondo le regole. Onde evitare di dover poi inventare mille scuse». Intanto dal parco sono sparite anche due piccole palme. E Mayer cita Victor Hugo: «Miserabili».

Busto, rubati due ulivi al parco Mayer : «Chi li ha presi li restituisca. E si scusi»

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