Busto, rubati due ulivi al parco Mayer : «Chi li ha presi li restituisca. E si scusi»

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BUSTO ARSIZIO – Due ulivi rubati dal parco Mayer di via Pilo a Busto. Il gesto, già di per sé odioso, viene reso ancora più fastidioso da un particolare: l’anziano che ha compiuto il ratto come se nulla fosse, lo ha fatto sotto gli occhi di un bambino, forse il nipotino che lo accompagnava. «Non proprio un buon educatore questa persona – commenta Alberto Mayer, al cui padre Saverio l’area verde è stata intitolata – Ho segnalato l’accaduto alle competenti autorità, fornendo anche la fotografia, con targa ben visibile, dell’auto utilizzata dal “signore”. Per ora soltanto c’è una segnalazione, la denuncia non è ancora stata formalizzata». Il perché è presto detto: «Se chi ha rubato gli ulivi – spiega Mayer – Li restituisce scusandosi pubblicamente per gesto la vicenda può anche chiudersi così, senza ulteriori conseguenze. Però chi ha rubato merita almeno una lezione di civiltà e educazione».

Il fatto segnalato alle competenti autorità

Quella del parco Mayer è una bella storia bustocca. L’area che si estende su 16mila metri quadrati è costituita da una serie di terreni comunali rimasti inutilizzati. Alberto, aiutato da un paio di volontari, ha iniziato 4 anni fa ad occuparsene «Sono partito, naturalmente dopo aver chiesto il permesso, dall’area che è di fronte alla mia ditta». Di fatto l’area incolta e abbandonata, anno dopo anno è stata ripulita e trasformato in un bosco ordinato: furono raccolti 600 sacchi di immondizia di vario genere. Nel 2018 il parco è stato intitolato a Saverio Mayer, padre di Alberto, con una Pietra Viva. Salvo alcuni sporadici interventi da parte del pubblico, l’area è interamente curata, sia in termini di lavoro fisico che di impegno economico, da volontari privati.

Restituisca le piante e si scusi

I quali hanno piantato gli ulivi rubati nel pomeriggio di ieri, lunedì 28 settembre. «Con tanto di scavo per poterli prelevare – spiega Mayer – Le due piante sono state caricate in auto. Uno dei due ulivi era un ricordo speciale: lo piantò un amico toscano venuto a mancare qualche mese dopo. Sono ulivi giovani, ma stavano crescendo: l’altezza era già raddoppiata. Ma soprattutto non appartenevano a chi li ha prelevati e una testimone di quanto accaduto l’ha anche fatto presente a chi li stava sottraendo». L’accaduto è stato segnalato alle autorità: «Ripeto se questa persona si scusa e restituisce le piante la vicenda può chiudersi così. Ma deve dare un segnale concreto di aver compreso la lezione: non si prende ciò che non è nostro».

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