Il tribunale di Busto dà ragione alle mamme hostess: stop ai voli di lungo raggio

Tribunale mamme hostess

MALPENSA – Hanno vinto la loro battaglia le mamme hostess, costrette da una sentenza della Cassazione risalente al 25 luglio 2017 – e immediatamente applicata dalle compagnie aeree italiane Meridiana, Air Italy, Air Dolomiti e Neos – a partire per lunghi viaggi che le tenevano lontane dai loro figli, magari per una settimana intera, partoriti dodici mesi e un giorno prima. Il tribunale di Busto Arsizio nei giorni scorsi ha ribaltato la tesi della sentenza di dodici mesi fa sull’esonero dal lavoro notturno, in cui si affermava che questa tutela non fosse applicabile al personale di volo delle compagnie aeree.

Ai Caraibi con un neonato a casa

Come effetto di un complicato groviglio normativo tra interventi legislativi di dubbia interpretazione che si sono accavallati negli anni, la categoria degli assistenti di volo era l’unica a cui non si applicava il diritto a godere dell’esenzione dal lavoro notturno se si è genitore di un figlio di età inferiore a tre anni o se si è unico genitore affidatario di un figlio convivente di età inferiore a dodici anni. Restava in vigore soltanto l’obbligo all’esenzione fino al primo anno di età del bambino. «Ci sono mamme single che qui non hanno nessuno, costrette a lasciare per tre-quattro giorni loro figlio a dormire da amici o vicini di casa perché loro sono bloccate ai Caraibi», raccontava Luca Pistoia, responsabile della Usb a Malpensa, in una riunione al Cral del T2, risalente a novembre, che diede il via all’azione legale. «Me lo raccontano piangendo, perché sanno che se succede qualcosa e gli assistenti sociali lo scoprono, rischiano grosso. Ma non hanno alternative».

La vittoria in tribunale

In quella riunione c’era anche l’avvocato Luisa Belli dello studio Bgp Avvocati associati che spiegò i possibili rischi dell’inevitabile causa («C’è una sentenza della Cassazione, la partenza è in salita»). Ma nonostante i timori iniziali, il giudice del lavoro Francesca La Russa ha dato ragione alle mamme hostess, sostenute nella loro battaglia anche dalla Consigliera di parità della Lombardia. «Con sentenza ampiamente motivata – spiegano con soddisfazione dallo studio legale varesino – il tribunale di Busto Arsizio ha accolto il ricorso promosso dal nostro studio legale a difesa di due lavoratrici, dipendenti di una compagnia aerea, alle quali l’azienda aveva negato il diritto a essere esonerate dalla prestazione del lavoro in fascia notturna, pur essendo madri di bambini di età inferiore ai tre anni». C’è soddisfazione anche in Usb, il primo sindacato a schierarsi dalla parte delle lavoratrici: «Avevamo sollecitato questa causa e mesi fa convocammo un’assemblea a Malpensa per le lavoratrici di Neos e Air Italy. Grazie a questo risultato ora ogni dipendente di compagnia aerea cui fosse negata l’applicazione di quanto previsto dall’articolo 53 del Testo Unico sulla Maternità e Paternità, potrà ricorrere per il riconoscimento dei suoi diritti».

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