Mensa dei poveri, i Pm: «Zingale deve restare in carcere»

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BUSTO ARSIZIO – «Giuseppe Zingale deve restare in carcere».  I pm di Milano hanno dato parere negativo alla scarcerazione del manager, a seguito della richiesta di Francesca Cramis, legale dell’ex Dg di Afol arrestato nei giorni scorsi nell’inchiesta Mensa dei poveri assieme all’ex europarlamentare di Forza Italia Lara Comi e all’ad di Tigros Paolo Orrigoni, entrambi ai domiciliari. Tocchera’ ora al gip decidere.

Lunedì davanti al Riesame

Lunedì 25 novembre, nel frattempo, Zingale (nella foto con Lara Comi)  comparirà davanti ai giudici del tribunale del Riesame, contestando, sempre, la misura di custodia cautelare a suo carico. «Una misura che ci ha lasciato allibiti – spiega Cramis – I fatti contestati erano noti da mesi. Il mio assistito non ricopre più alcun incarico, dai primi di ottobre non riveste più alcuna funzione in Afol e in questo senso ho già prodotto tutta la documentazione atta a dimostrarlo. Non c’è alcun pericolo di reiterazione del reato, dunque. Né tanto meno di pericolo di fuga o inquinamento delle prove: da mesi, da quando è stata eseguita la prima ordinanza di custodia cautelare lo scorso 7 maggio, il mio assistito – conclude Cramis – E’ sottoposto a obbligo di firma davanti alla polizia giudiziaria. Non ha mai avuto contatti con altri coinvolti nella vicenda». Zingale ha accusato un malore durante l’interrogatorio di garanzia lunedì scorso (18 novembre) durante il quale si è avvalso della facoltà di non rispondere. «Un malore comprensibile vista la situazione – conclude Cramis – Per fortuna risoltosi senza ripercussioni».

Comi e Orrigoni

Lunedì 18 novembre sono stati interrogati anche gli altri due indagati sottoposti a misura di custodia cautelare (ai domiciliari). Lara Comi ha risposto alle domande del gip per cinque ore. Il legale Giampietro Biancolella ha spiegato che Comi «ha cercato di difendersi documentando, argomentando, spiegando. Siamo convinti che ci siano tutti gli estremi per revocare la misura cautelare ma anche per una declaratoria di insussistenza degli elementi accusatori. E’ ovvio che è un processo complesso, agiremo nel migliore dei modi».

Anche Paolo Orrigoni ha risposto alle domande del gip annunciando nella serata di lunedì, attraverso il suo legale, di aver rassegnato le dimissioni in qualità di amministratore delegato di Tigros e di consigliere di opposizione a Varese. Il legale Federico Consulich ha aggiunto che durante l’interrogatorio Orrigoni  «ha avuto la possibilità di chiarire molte cose».

 

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