Caliendo: «Farioli non è più di Forza Italia». A Busto Galparoli commissario

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GIacomo Caliendo e Gigi Farioli

VARESE – Forza Italia ha aspettato per mesi i comodi del sindaco Emanuele Antonelli e ha impiegato tre ore (perché dalla fine del vertice provinciale alla conferenza stampa di Caliendo – sabato 7 agosto- sono passati 180 minuti) per scaricare e Gigi Farioli. E ha voglia il senatore Giacomo Caliendo a tessere le lodi dell’ex sindaco di Busto, a parlare (a ragione) di coerenza e ribadire più e più volte che «Forza Italia ha sempre detto che sarebbe rientrata in coalizione. Quindi la decisione assunta oggi da Forza Italia, dopo il direttivo provinciale, è coerente e non si parli di passo indietro».

Noi coerenti

Caliendo ha ripetuto fino allo sfinimento che i patti in Forza Italia sono sempre stati chiari: «Gli accordi presi a livello provinciale a Busto non erano rispettati. E noi abbiamo deciso di chiamarci fuori, chiedendo il rispetto di quelle condizioni. Ora che non ci sarà una lista del sindaco a Busto, ma una civica a sostegno del sindaco come a Gallarate, Forza Italia rientra».

A Busto arriva Galparoli

Insomma, il risultato di questa assurda tenzone è che il partito di Berlusconi fa un passo indietro e perde il suo alfiere in provincia di Varese, poiché Giacomo Caliendo ha revocato il ruolo di commissario a Farioli e quello di vice commissario a Franco Binaghi. E ha nominato al posto dell’ex sindaco di Busto Piero Galparoli alla guida del partito cittadino. Il senatore poi ha tolto anche l’ultimo dubbio: “Ma Farioli è ancora oppure no in Forza Italia?“. «Non credo – dice – o meglio sarebbe strano visto che ha deciso di non seguire la scelta e la linea che il partito ha sempre portato avanti. Forza Italia è dentro nel centrodestra e ha sempre lavorato per il centrodestra unito. Farioli in questo momento non è nel centrodestra, anzi a Busto ci sono già i manifesti “Farioli sindaco”. Quindi non è più di Forza Italia».

Si chiude l’assurda tenzone bustocca. E si chiude male, ovunque la si guardi. Da un lato restituisce una Forza Italia sfiancata dalle tensioni bustocche che si sono riverberate sul partito a livello provinciale e senza più il suo uomo più rappresentativo. Dall’altro resta Gigi Farioli, lanciato in un’altra avventura, ma non più in quella che  è stata la sua casa politica dove ha trovato e piantato i valori popolari – liberali – cristiani.