Cancro e guarigione: lezione aperta per gli studenti dell’Insubria di Varese

VARESEUna lezione speciale sugli aspetti comunicativi del cancro e della guarigione si è svolta oggi, mercoledì 4 maggio, all’Università dell’Insubria. Più di 100 gli studenti in presenza al Padiglione Morselli e 150 quelli collegati online che hanno seguito l’incontro che ha visto come relatori Davide Petruzzelli e Silvia della Torre, un ex malato di linfoma e una oncologa che hanno scritto il libro “Ma dal cancro si guarisce”. Con loro Adele Patrini, presidente di Caos.

La parola guarigione

Che cosa vuol dire guarire dal cancro? Il libro illustrato oggi alla platea di studenti universitari vuole rispondere proprio a questa domanda. Fino a pochi anni fa la parola guarigione in ambito oncologico era perlopiù un tabù, mentre oggi viene usata. Ma ciascuno la affronta con differenti sfumature etiche, culturali, filosofiche, antropologiche, sociali, in rapporto con la propria vita reale, con le sue aspettative e i suoi bisogni. «La guarigione per chi vive l’esperienza del tumore – dice Davide Petruzzelli – è oggi una parola che assembla aspetti caleidoscopici che variano in funzione del punto di osservazione: la situazione, la persona, la patologia e molte altre prospettive. Abbiamo parlato con infermieri, psicologi, pazienti e tutta la filiera di chi si occupa di cancro per capire quale significato oggi nel 2022, alla luce di tutte le tecnologie, può avere la parola guarigione, a volte usata in modo improprio o banalizzato».

Lezione aperta

«Definire la guarigione come il momento della remissione della malattia è riduttivo – aggiunge Silvia Della Torre – la guarigione è un percorso di cambiamento che si declina in molteplici modalità. Parlare di cancro anche in maniera diversa apre le porte a tante altre domande e sdogana un po’ il tabù della parola cancro e ci aiuta a confrontarci su una malattia che a volte, e per fortuna spesso, può essere guaribile». Nella lezione aperta sono stati affrontati gli aspetti comunicativi della guarigione, raccogliendo le parole e le testimonianze di coloro che esercitano un ruolo attivo nel percorso di cura. Ad ospitare l’incontro il corso di comunicazione digitale e social media. «È stata una lezione bellissima ed entusiasmante – ha commentato il docente Federico Pasquaré Mariotto – i ragazzi hanno partecipato in maniera attenta e fatto domande molto pertinenti».

Il libro

Frutto di un anno di lavoro, il volume ha una lunghezza di 120 pagine ed è suddiviso in due sezioni. Nella prima parte gli autori hanno dato voce a un immaginario dialogo tra chi ha vissuto personalmente l’esperienza tumorale e ha deciso di dedicare la propria vita alla cura e al sostegno delle persone malate, e chi ha scelto l’oncologia come professione e vive sul campo ogni giorno il significato di questa realtà attraverso la voce dei suoi pazienti. Nella seconda parte trovano spazio i racconti e le riflessioni di coloro che hanno deciso di condividere il progetto, rendendosi disponibili a raccontare il loro punto di vista sull’incontro con “un momento difficile” e le sue molteplici forme di guarigione e rinascita.