Candidati alle politiche? Questione inopportuna

bottini candidati politiche

di Gian Franco Bottini

Fra meno di un anno dovremmo rinnovare il Parlamento e conseguentemente il Governo. In questi difficili giorni si è accesa, sulla stampa, una discussione su probabili candidature locali e noi stessi, interpellati, abbiamo commesso l’errore di definirlo un problema prematuro. Il termine esatto doveva essere “inopportuno”( per chiamarlo “bufala”), con tutto il rispetto per le persone, probabilmente inconsapevoli, tirate in ballo. Persino i leader di partito, seppur non dormendoci la notte, non osano parlare del problema , tali e tanti sono quelli più contingenti e ben più preoccupanti di una questione di “cadreghe”.

Va sottolineato che in altri momenti l’argomento sarebbe stata di assoluta attualità, dati i molti nodi che prima di allora dovrebbero essere sciolti e che oggi, stante le cose, appaiono una vetta da scalare per una politica come la nostra, disgregata e in qualche caso persino “risibile” . Basti pensare alla più recente ed importante occasione nella quale è stata chiamata ad esibirsi: l’elezione del Presidente della Repubblica. Lo scenario di fondo è quello di una guerra vera, che ci ha trovati non solo impreparati ma sbalorditi ed impauriti e che ,oltre a tutti gli altri aspetti, ci sta proponendo una preoccupante crisi energetica con ricadute sull’economia produttiva e quindi sull’occupazione e sulle famiglie.

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Gian Franco Bottini

Questo scenario, di per se già complesso ed estraneo ad una politica come la nostra, da anni abituata a misurarsi unicamente con un occhio al consenso e ai sondaggi , ha tutta l’aria di potersi complicare, anche perchè nell’area europea cominciano a venire a galla le differenze di interessi, sia interne alla UE che verso l’alleata America. Figuriamoci se questo scenario può essere quello ideale per mettere sul tappeto la discussione su una nuova legge elettorale auspicata da molti, destinata a vedere i partiti litigare su interessi di bottega, incomprensibili ed inaccettabili dalla gente, preoccupata per ben altre ragioni!

Se tutto ciò fosse vero si andrebbe quindi a a votare con l’attuale legge, il che costringerebbe i partiti a riunirsi fra loro, formando delle più o meno gradite coalizioni. E qui nascerebbero i grossi problemi, in particolare per il numero di candidati da esprimere da parte delle varie componenti, nell’ambito di ogni coalizione. Nel centrodestra , rispetto a 5 anni fa, le posizioni sono totalmente cambiate. Fratelli d’Italia, da anni trattata da parente povero, oggi pretenderebbe di essere considerata l’ azionista di maggioranza subentrando a una Forza Italia ”nobile decaduta” e con una Lega in sofferenza soprattutto per le spesso incomprensibili posizioni del suo “capitano”. Ugualmente il centrosinistra, dove i 5 Stelle, che esprimono oggi il maggior numero di rappresentanti, ha subito una caduta libera nei consensi e soprattutto risultano divisi sia al loro interno sia nell’accettare o meno un’alleanza con il PD, rinfrancato ma come sempre “ne carne ne pesce”. C’è poi un Centro, ieri praticamente inesistente, che potenzialmente potrebbe dire la sua, ma che oggi come oggi è pressochè impossibile connotare nelle sue componenti. Raggranellando i tanti scontenti dei vari partiti potrebbe fare la differenza ma i tanti galli nel pollaio rendono la cosa poco più che una ipotesi.

Voi capirete che con tutte queste questioni aperte parlare di candidature locali oggi è poco meno che ridicolo, considerando anche che il numero dei parlamentari sarà pressochè dimezzato e, fra nuovi pretendenti e parlamentari uscenti destinati a un forzato pensionamento, le “cadreghe” saranno molto meno dei deretani che vorrebbero sedersi. Le guerre nei partiti, anche localmente, saranno a dir poco cruente e da risolversi in tempi ristretti. Ma a noi tutto questo, detto alla romana, “ce ne potrebbe fregar de meno” se non ci fosse dietro la necessità di costituire poi, e rapidamente, un Governo che, anche da ottimisti, continuerà ad essere in grande emergenza. Riteniamo questo uno scenario credibile e il buon Mattarella dovrebbe cominciare a pensarci , magari suggerendo a Draghi, come salvagente, di non prenotare vacanze per la fine del suo attuale mandato. Su questa ipotesi qualche euro oggi noi ce la giocheremmo!

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