CARDANO AL CAMPO – Consiglieri comunali collegati dalla propria cucina, con il pc appoggiato sulla scrivania della camera da letto dei figli gentilmente concessa per poter avere un pò di tranquillità oppure con le cuffiette alle orecchie per seguire i lavori dell’aula direttamente con lo smartphone. E’ un tuffo indietro di due anni quello andato in scena ieri 30 gennaio a Cardano al Campo. Proprio come ai tempi più duri del Covid, il consiglio comunale si è svolto in remoto. Motivo? Abbattere i costi.
Niente straordinari
Un’eredità del Covid è proprio quella di poter seguire i lavori del consiglio comunale direttamente sul canale YouTube dell’ente e concedere ai componenti dell’assise, in via straordinaria, di potere partecipare da remoto. Ma da tempo ormai maggioranza e opposizione sono tornati a confrontarsi in sala Pertini, che ieri invece è rimasta chiusa. La decisione è di natura economica: anche la democrazia ha un costo e organizzare i lavori in presenza significa avere tre dipendenti comunali – che coadiuvano l’attività dei politici – a cui bisogna pagare gli straordinari. E così, tra spese fisse e quelle del personale, una seduta può arrivare a costare anche più di mille euro nei casi in cui si finisce a notte fonda.
I pentiti
Per questo motivo, su proposta del presidente del consiglio comunale Enrico Reguzzoni, il centrodestra e le opposizioni hanno convenuto di ritrovarsi a dibattere on line visto che all’ordine del giorno comparivano soltanto tre punti. Peccato che fossero tutt’altro che semplici, tant’è vero che nelle variazioni di bilancio sono emerse questioni complesse e spinose come la posa dell’ecocompattatore in via Papa Giovanni XXIII o il recesso del contratto con Esco per la gestione energetica degli immobili comunali. «Se lo avessimo saputo», ha sottolineato dalle minoranze Paola Torno (Cardano è), la sua lista non avrebbe accettato di parlarne in streaming. Perché la tecnologia può essere un’ottima alternativa ma il confronto dal vivo, lo abbiamo imparato tutti e in tutti gli ambiti umani e professionali durante il Covid, è tutt’altra cosa. E la democrazia ha un valore, anche perché ha dei costi. Rinunciarci è un po’ come svilirla.