Ex Manifattura di Legnano, giunta: «Mai pensato di demolire gli edifici storici». Brumana: «Panzane»

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LEGNANO – Nuovo scontro tra giunta e minoranze sul destino degli edifici storici nel complesso della ex Manifattura di Legnano (nella foto, uno di essi). In risposta a una interrogazione del Movimento dei Cittadini, l’assessore alla “città futura” Lorena Fedeli sostiene che «sulle presunte demolizioni della Manifattura oggi si scopre l’acqua calda, tanti cittadini sono stati presi in giro per mesi», mentre il consigliere Franco Brumana liquida le osservazioni dell’assessore come «panzane» e definisce «illegali» le mosse della giunta. Posizioni rinfacciate a vicenda nel consiglio comunale di ieri sera, martedì 30 gennaio, e ribadite dalle parti oggi, mercoledì 31.

L’assessore Fedeli: «Figuraccia da inesperto»

«Mi fa piacere che, finalmente, il consigliere Franco Brumana abbia letto le carte necessarie a rendersi conto di quello che da mesi stiamo dicendo – così Fedeli oggi – Gli abbattimenti degli edifici della Manifattura stavano soltanto nella sua testa e non nelle intenzioni dell’amministrazione comunale o nella scheda del Pgt. Mi chiedo che cosa dirà adesso alle migliaia di persone alle quali ha chiesto la firma per opporsi allo “scempio dei piani di demolizione” di due edifici storici: che l’amministrazione Radice ha cambiato idea perché lui ha scoperto… l’acqua calda? Chi ha firmato chiede di avere un rispetto del luogo che la Soprintendenza ha imposto e che noi abbiamo scritto nel Pgt. Nonostante ciò, per mesi abbiamo assistito a un parlare di vincoli senza evidentemente aver letto i documenti di chi i vincoli li stabilisce, quella Soprintendenza che Brumana stesso ha tacciato di essere troppo morbida nel tutelare il valore storico e architettonico dell’ex fabbrica e che ora viene presa a verità assoluta per dire che l’amministrazione si muove nell’illegalità.

«La scheda del Pgt, l’abbiamo ripetuto più volte, non è il progetto dell’area – incalza l’assessore all’urbanistica – ma serve per guidare la progettazione. Come abbiamo ribadito che il fatto che i due edifici non compaiano nella scheda non significa che debbano essere abbattuti: semplicemente sul disegno della scheda compaiono soltanto gli edifici su cui la Soprintendenza ha posto un vincolo diretto, non quelli sui quali – come per i due edifici in questione – c’è la possibilità di demolirli e ricostruirli nella stessa sede. L’urbanistica è una materia complessa in cui non ci si può improvvisare esperti. Spero che questa lezione sia servita a Brumana per essere più cauto nei suoi giudizi: il rischio è rimediare figuracce verso quei cittadini ai quali adesso dovrà spiegare che si era sbagliato».

Il consigliere: «La solita presa in giro»

Tuttavia, per il consigliere civico «l’assessore Fedeli, nel rispondere all’interrogazione sulla violazione del decreto che impone vincoli indiretti sui due edifici della Manifattura che il nuovo Pgt dispone di demolire, ancora una volta ha divagato e ha eluso le domande. Ha dichiarato solamente che la scheda del Pgt non darebbe prescrizioni perché nella parte introduttiva del documento di piano (Dp) si preciserebbe che le schede costituirebbero solo un orientamento dei futuri progetti. In realtà il Dp dispone che “gli elaborati prescrittivi del Dp contengono previsioni atte ad orientare e disciplinare l’azione dell’amministrazione comunale e dei soggetti pubblici e privati nella definizione degli interventi di trasformazione urbanistica, costituendo presupposti di legittimità per gli atti conseguentemente assunti”.

«Nonostante la forma involuta, risulta chiaro che le schede del Dp (cioè “gli elaborati prescrittivi”) non solo orientano ma disciplinano e quindi sono vincolanti. Si precisa inoltre che sono “presupposti di legittimità” dei futuri progetti, che pertanto sarebbero illegittimi se fossero difformi dalle schede. Più chiaro di così! La divagazione dell’assessore non riesce a mistificare la volontà di demolire comunque i due edifici come sarebbe evidente anche volendo dare credito alle panzane raccontate, perché, se così non fosse, basterebbe che modificasse la scheda per renderla conforme al decreto di tutela del patrimonio culturale. Purtroppo per l’ennesima volta la giunta Radice ha dato dimostrazione della sua arroganza e del disinteresse per la legalità».

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