Cardano, Poliseno: «Su questa scalinata le idee di mia mamma sono ancora vive»

Cardano Poliseno Laura Prati

CARDANO AL CAMPO – Come sette anni fa, più di sette anni fa. E’il tempo trascorso dalla morte di Laura Prati, ma il suo ricordo è più vivo che mai. I cardanesi ieri sera sono usciti dalle case e ancora una volta si sono ritrovati davanti al municipio per ricordare la loro sindaca, uccisa nello svolgimento delle sue funzioni il 22 luglio del 2013.

Partigiana moderna

Sette anni fa fu un gesto spontaneo, nato attraverso il tam tam telefonico di un gruppo di donne. Sugli scalini del Palazzo comunale – nel frattempo diventato Palazzo Prati – erano oltre trecento. Intonarono “Bella Ciao” con gli occhi lucidi, sulla spinta di una convinzione ormai assodata che Laura Prati sia una partigiana dei tempi moderni, «da seppellire lassù in montagna, sotto l’ombra di un bel fior».

La scalinata delle idee

Ora è l’associazione culturale che porta il nome della sindaca uccisa ad organizzare il momento di ricordo, non a caso sotto al monumento dei caduti di tutte le guerre. Tante le persone che ancora una volta si sono strette attorno a Pino Poliseno, marito di Laura, e al figlio Massimo. Lui sette anni fa era un giovane studente, oggi ha seguito le orme materne ed è vicepresidente del consiglio comunale. Di seguito il suo pensiero pubblicato in rete al termine della manifestazione:

Siamo stati indecisi fino all’ultimo se organizzare come ogni luglio quel momento di aggregazione sulla scalinata del Comune che ormai da sette anni è diventato un appuntamento fisso con il ricordo.
In tanti però non hanno mancato di dirci che sarebbe stato comunque importante continuare con questa “tradizione” e allora li abbiamo ascoltati e su quelle scalinate ci siamo andati anche ieri sera, nonostante la situazione di emergenza sanitaria renda tutto necessariamente più complicato, nonostante un cielo che non prometteva bene, nonostante tutto.

Su quella scalinata ci siamo andati per ricordare a mia mamma che non l’abbiamo dimenticata, che le sue idee sono ancora vive e che siamo in tanti ad averle fatte nostre.

Su quella scalinata ci siamo andati per ricordare a chi ce l’ha portata via che la violenza e le armi sono in grado di uccidere donne e uomini ma non le loro idee che, anzi, continueranno a camminare con maggior forza e risonanza sulle gambe di altre donne e uomini.

Su quella scalinata ci siamo andati affinché la nostra presenza e il nostro rievocare quanto accaduto sette anni fa possa essere da monito affinché a nessun altro venga minimamente in mente che la manifestazione di pensiero possa legittimamente assumere le vesti della violenza (verbale e fisica) e dell’assassinio a sangue freddo.

Su quella scalinata ci siamo andati nonostante siano passati sette anni e ci sarà sicuramente chi inizierà a pensare che dopo così tanto tempo si può anche farla finita con queste cose.

Ma su quella scalinata noi ci siamo andati anche e proprio perché c’è chi inizierà a pensare queste cose e sempre per loro ci torneremo l’anno prossimo, quello dopo ancora e così per gli anni a venire.

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