Cargo city, i lavoratori delle coop vincono la causa e 300mila euro di arretrati

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MALPENSA – Ennesima battaglia giudiziaria vinta per la Cub Trasporti, sindacato di base da anni impegnato in prima linea per difendere i lavoratori di Malpensa nella giungla di cooperative (spesso presunte tali) che popolano la Cargo city. «Sono finalmente andate in decisione una serie di cause, per un valore di circa 300mila euro, promosse da un nutrito gruppo di nostri iscritti (oltre cinquanta) soci lavoratori addetti all’appalto Alha a Malpensa gestito prima dalla Coop Sltm e poi dal 2015 dalla subentrata Coop Ncl», spiegano dal sindacato.«Le cause assegnate ai tre giudici della sezione lavoro del tribunale di Busto Arsizio sono state decise in modo conforme e tutte con l’accoglimento delle domande formulate dai lavoratori».

La causa

Gli associati della Cub rivendicavano davanti al giudice il pagamento delle differenze retributive relative al minor orario prestato rispetto a quello contrattuale di assunzione (39 ore) e quelle relative al mancato pagamento corretto della tredicesima, della quattordicesima e degli altri istituti contrattuali (pagati ad ore e secondo l’orario ridotto e non contrattuale). Infine, per alcuni di loro, emergevano anche differenze per un errato inquadramento contrattuale (nella declaratoria più bassa del Ccnl mentre da sempre avevano operato con l’utilizzo di muletti).

Vittoria sindacale

«Si tratta di una vittoria importante perché da molti anni come Cub trasporti stiamo combattendo per affermare il principio che anche nell’appalto Alha debba essere rispettato il contratto nazionale in materia di livelli, siano calcolati i ratei degli istituti contrattuali secondo i principi stabiliti in materia ed infine e sopratutto non sia più consentito un uso arbitrario dell’utilizzo dei lavoratori secondo criteri discriminatori che consentano chiamate al lavoro – da parte dei referenti delle cooperative – che mentre premiano alcuni che sono utilizzati ben oltre il tempo pieno con numerose ore di straordinario costringono molti altri a rimanere senza lavoro e comunque ad essere occupati molto meno del minimo stabilito e contrattato (le 39 ore settimanali)», spiegano dal sindacato. «Molti soci lavoratori hanno ascoltato i soliti sindacati compiacenti, rinunciando ai loro sacrosanti diritti. Chi invece ha seguito la nostra linea ora dovrà avere il pagamento di tutti gli arretrati, con la rivalutazione monetaria e gli interessi, perché i giudici hanno anche ritenuto corretto i nostri conteggi e quantificato le somme dovute. Speriamo che ora si possa trovare finalmente una soluzione equa e giusta e che anche la committente capisca che è giunto il momento di regolarizzare la situazione e trattare i soci di cooperative con il rispetto che meritano».

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