Il Carnevale a Varese è per tutti: supereroi e principesse al carcere dei Miogni

VARESEAnche in carcere si festeggia il Carnevale. Ieri, 21 febbraio, nella giornata del martedì grasso, presso i Miogni di Varese si è svolta un’iniziativa a favore dei figli minori dei papà detenuti e del rispettivo congiunto accompagnatore. La festa di Carnevale (nella foto sopra i protagonisti) è stata ospitata nella sala colloqui/familiari della Casa Circondariale.

Regia di CuoriEroi

L’evento nasce dalle indicazioni pervenute dall’Amministrazione Penitenziaria, con l’obiettivo di agevolare le iniziative legate alla genitorialità e rafforzare i legami famigliari e l’affettività. Il responsabile dell’associazione “CuoriEroi” Antonino Galici si è reso disponibile con grande entusiasmo alla realizzazione della festa, che si è tenuta appunto nel pomeriggio del martedì grasso. All’evento erano presenti il prefetto Salvatore Pasquariello, il direttore della Casa Circondariale Carla Santandrea, il comandante di reparto Alessandro Croci e i funzionari giuridico pedagogici Domenico Grieco e Stefania Palmieri.

Supereroi in carcere

I volontari dell’associazione si sono travestiti da supereroi, principesse e altri personaggi dei fumetti e hanno animato l’evento con bolle di sapone e con il truccabimbi offrendo anche alcuni regali. È così trascorso un pomeriggio di serenità e allegria per i nuclei familiari, riducendo la distanza tra i loro bisogni affettivi e la realtà che vivono all’esterno. Un piccolo rinfresco è stato predisposto da Alessia Boldetti, operatrice di una cooperativa che da anni collabora con l’istituto per un percorso dedicato alla genitorialità.

Momenti di leggerezza

La direttrice Carla Santandrea sottolinea che «Da alcuni anni, in occasione di alcune ricorrenze, l’Istituto organizza alcuni pomeriggi dedicati ai figli dei detenuti e ai loro famigliari per offrire loro momenti di leggerezza e condividere momenti di affettività. Un ringraziamento particolare a tutto il gruppo dell’Associazione CuoriEroi che ha reso possibile questa esperienza all’interno di una struttura penitenziaria contribuendo così a riallacciare i legami spezzati dalla detenzione».