Galparoli (Forza Italia): «Non si gestisce così la pandemia. Vadano tutti a casa»

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VARESE – «Ci aprono e ci chiudono come le scatolette di tonno. Se non sono capaci si dimettano, e tornino a fare il loro lavoro. A quel punto gli italiani saranno riconoscenti». La sciabolata, che non lascia indenne il governo della Regione Lombardia vista le fresche (e repentine) restrizioni, non arriva dai gruppi che al Pirellone siedono all’opposizione, bensì dal consigliere comunale di Forza Italia Piero Galparoli.

Galparoli nel suo stringato intervento “spara nel mucchio”. Dove però c’è anche la Regione retta dal centrodestra. E lo fa dopo la decisione di questa mattina (giovedì 4 marzo) di chiudere anche le scuole. «Così non va – dice – ci sono genitori in grandissima difficoltà perché da domani dovranno pensare a come risolvere il problema della materna chiusa».

E aggiunge: «Nulla è cambiato dal primo lockdown. E’ passato un anno e tutti i sacrifici fatti non sono valsi a nulla. Ci chiudono e ci aprono a loro piacimento, come scatolette di tonno. Chi se ne frega se le persone sono ormai allo stremo, se le aziende sono in procinto di chiudere, se le attività commerciali e artigianali non hanno più risorse. Ai nostri parlamentari e consiglieri regionali lo stipendio arriva regolarmente, nemmeno decurtato come i tanti connazionali in cassa integrazione. Da Roma in giù un disastro unico. Una gestione irresponsabile e senza strategia».

Il consigliere di Forza Italia sa bene che la possibile via d’uscita sono i vaccini, che però non stanno arrivando a sufficienza per fare partire una campagna di massa. «E allora basta con questo stillicidio di aperture e chiusure. Chiudano tutto fin quando non ci saranno i vaccini. Però diano anche ristori adeguati e non l’elemosina. Oppure, se non sono capaci, si dimettano e tornino a fare quello che facevano prima. Di questo il popolo italiano gli sarà riconoscente».

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