Case “teleriscaldate” al freddo: primi ricorsi giudiziari contro Amga a Legnano

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LEGNANO – Un ricorso al Tribunale di Busto Arsizio affinché convochi le parti e ordini ad Amga di somministrare la quantità di energia termica prevista dal contratto. È partita da un condominio del centro di Legnano la prima causa giudiziaria per il malfunzionamento del servizio di teleriscaldamento che in queste settimane sta lasciando al freddo numerose famiglie legnanesi, ma anche scuole e uffici. L’accusa alla multiutility con sede sulla Saronnese è di inadempimento contrattuale.

Nella vertenza, promossa da un 66enne legnanese, si chiede anche di condannare Amga a pagare 500 euro «o la maggiore o minore somma che il Tribunale riterrà di giustizia» per ogni giorno di inosservanza dell’ordinanza.

Temperatura dell’acqua calda dimezzata

Secondo quanto riportato nel ricorso, patrocinato dall’avvocato Franco Brumana, dalle fotografie del termometro installato da Amga nel condominio del ricorrente prima dell’ingresso dell’acqua calda nell’impianto condominiale, risulta che la temperatura dell’acqua in arrivo dal teleriscaldamento era di 49 gradi la mattina del 13 dicembre e di 56 nel pomeriggio dello stesso giorno, contro i 90-120 previsti nel contratto; temperature simili si sono registrate anche nei giorni seguenti.

Dalle fotografie del contatore installato nello stesso punto di arrivo del teleriscaldamento risulta che, invece degli 800 kw previsti dal contratto, la potenza termica proveniente dalla centrale è stata appena di 278 kw il 16 dicembre e di 236 tre giorni dopo.

In casa 11 gradi al mattino

Di conseguenza, le temperature nell’abitazione del cittadino legnanese (un appartamento di 5 locali con cucina e doppi servizi) erano «gravemente insufficienti», con la più bassa, pari a 10,9 gradi, segnata alle ore 8.30 del 12 dicembre. Nei giorni successivi, durante la mattina, era di 14 gradi, per poi salire a poco a poco e raggiungere il massimo di 19 alle 20.00.

Nel ricorso, oltre al mancato rispetto del contratto di servizio, si lamentano «pregiudizi al diritto alla salute e alla qualità della vita del condòmino e della sua famiglia».

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