Casorate Aperta: «Non si usano i soldi pubblici per sistemare la tintoria di un privato»

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CASORATE SEMPIONE – «Cosa si intende fare ora? Si ritiene sufficiente un parco urbano a fronte della distruzione data dalla ferrovia?». I lavori per la posa dei binari che uniranno Gallarate con il terminal 2 di Malpensa sono iniziati e l’opposizione di Casorate Sempione alza subito il pressing. Il progetto è da sempre maldigerito da Casorate Aperta, quanto basta per lanciare frecciate al veleno al sindaco Dimitri Cassani, che era presente alla cerimonia di inaugurazione: «Avremmo trovato più apprezzabile, per chi davvero era contrario all’opera, disertare un evento che sancisce l’inizio del lungo e inesorabile funerale ambientale». Ma a conti fatti, si guarda al futuro. Nel mirino, l’ipotesi di recuperare l’area dell’ex Tintoria Bianchi per realizzare un parco come compensazione al piano ferroviario.

La vicenda

Il riferimento va alle indiscrezioni emerse la scorsa primavera. I 3,4 milioni di euro in compensazioni ambientali accettati dal Parco del Ticino possono fruttare, investendo sul territorio e trasformando aree cementificate in spazi verdi. Una soluzione, per Casorate, sarebbe proprio l’ex Tintoria, crollata nel 2020. I contatti fra i privati e l’ente che tutela l’ambiente erano già iniziati, per stabilire la verifica di fattibilità del progetto. La proprietà sembrava disposta a cederla non a prezzo di mercato, ma recuperando i costi necessari per le opere di abbattimento, smaltimento dei materiali e di messa in sicurezza.

A caccia di chiarimenti

La minoranza casoratese entra subito nel vivo della questione. Così, rivolta al primo cittadino: «Ricorderemmo che per obbligare un privato a fare qualcosa che incida sulla pubblica incolumità, ci sono le ordinanze. Non i soldi (pochi) con cui si tenta di mitigare un disastro ambientale». L’accusa è di non possedere «alcuno studio scientifico a supporto» del progetto. «L’impatto delle infrastrutture ricade su tutta la collettività, la quale deve avere il diritto di esprimersi o almeno di conoscere l’evolversi della situazione attraverso un confronto costante. Cosa che non è accaduta durante l’iter che ci ha portato allo scempio che si sta compiendo». Poi, «ben venga la possibilità (ad oggi, presunta) di un parco in centro paese». Ma con una serie di domande: «Come si prevede di ricollocare la volumetria sul territorio in equilibrio con i temi di rigenerazione urbana e azzeramento del consumo di suolo? Non esiste un piano, sembra solo un insieme di mosse casuali». E ancora: «Senza il crollo della fabbrica, quale sarebbe stata la visione di questa amministrazione? Anzi, qual è in termini di tutela dell’ambiente e del territorio rispetto a infrastrutture e Malpensa?».

Parte il cantiere ferroviario: le reazioni

Fino al commento post-inaugurazione del cantiere della ferrovia Gallarate-Malpensa, avvenuto il primo dicembre insieme a esponenti politici territoriali, regionale e nazionali. Oltre ai vertici di Sea. Le parole di Casorate Aperta:

Belle le dichiarazioni alla stampa, peccato che nell’ultimo consiglio il sindaco non abbia sottolineato che non andava a stringere mani, ha sottolineato che avrebbe dimostrato la presenza. Di non andare a stringere le mani gli è stato gentilmente ricordato dalla minoranza. Troviamo più apprezzabile, per chi davvero era contrario all’opera, disertare un evento che sancisce l’inizio del lungo e inesorabile funerale ambientale che è solamente iniziato. Anziché “picchiare sulla spalla” di chi è tenuto a mantenere la parola data, il sindaco avrebbe dovuto mantenere la sua di parola e proseguire per tutte le vie esistenti per fermare l’opera. Invece ha tagliato le gambe alla possibilità di un ulteriore ricorso parafrasando a suo piacimento la nota del legale, ignorando la minoranza e andando contro il regolamento degli enti locali, come anche confermato dal Prefetto. Ha anche parlato di votazione all’unanimità, senza ricordare che noi, come minoranza sempre contraria all’opera, non abbiamo partecipato al voto.

Si augura poi che l’opera sia eseguita al meglio cosicché la cittadinanza possa usufruirne, mostrando quanto poco la conosca, visto che i cittadini col maggiore impatto non avranno modo di usufruirne. Le parole di Cattaneo sono vuote e incommentabili, visto che nessuna indagine ambientale le può supportare, perché lui stesso ha contribuito a negare la Vas che avrebbe verificato la capacità di carico ambientale dell’area di Malpensa, forse perché non era tanto sicuro che la avrebbe confermato il saldo ambientale positivo di cui tanto parla. Ma si sa, questo è il metodo italiano.

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