L’ex sindaco di Casorate: «Mio marito ha il Covid e i protocolli non funzionano»

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CASORATE SEMPIONE – «Manifesto preoccupazione e tristezza». Con queste parole Giuseppina Quadrio, ex sindaco di Casorate Sempione, racconta come il Covid è entrato in casa sua per denunciare pubblicamente che i protocolli, almeno nel suo caso, non hanno funzionato a dovere. Lei è negativa, in isolamento domestico in attesa del secondo tampone. Contagiato risulta invece suo marito, il presidente del Cai di Gallarate Antonio Maginzali, tuttora ricoverato in ospedale (per fortuna in condizioni non gravi).

Senza tampone

«Mio marito ha cominciato ad avere qualche linea di febbre settimana scorsa», racconta Quadrio. «Ci siamo allarmati domenica, quando la temperatura ha raggiunto i 39 gradi». Trattandosi di un giorno festivo hanno chiamato la guardia medica, ma nonostante i sintomi evidenti manifestati da Maginzali, il suo stato di salute non è stato ricondotto al Coronavirus. «E’stato visitato ma senza un tampone immediato. Abbiamo dovuto aspettare il lunedì, quando il nostro medico di base lo ha subito mandato in ospedale».

E il contact tracing?

Quadrio denuncia inoltre che, nel caso che l’ha toccata da vicino, non è stata effettuata l’attività di contact tracing che invece per il focolaio estivo di Somma e per molti altri casi in provincia era stato messo in atto per ricostruire la rete di relazioni delle persone coinvolte, circoscrivere il contagio e stoppare sul nascere l’improvvisa impennata di nuovi infetti. Stavolta l’attività di ricerca e gestione dei contatti di un caso confermato Covd-19, un’azione di sanità pubblica essenziale per combattere l’epidemia in corso, non è stata messa in atto. «Antonio è stato avvertito soltanto da un amico che era positivo, ma quando ormai erano passati molti  giorni dal loro incontro».

Test rapidi da 368 euro

Conclude Quadrio: «Non voglio fare polemica, semplicemente esprimere preoccupazione e tristezza. Mi chiedo perché non sia stata fatto un tampone immediato la domenica e perché Ats non abbia provveduto al tracciamento dei contatti. Sono preoccupata per queste procedure che non funzionano e non tutelano la salute delle persone». Secondo l’ex sindaco di Casorate, non si procede con la dovuta celerità nemmeno con  la stretta rete famigliare della persona contagiata: «L’Ats ci ha comunicato che l’esito del tampone fatto in ospedale sarebbe arrivato soltanto quattro giorni dopo, dunque per avere un esito veloce ci siamo dovuti muovere privatamente e in 4 abbiamo speso 368 euro. Dov’è la sanità che giustamente paghiamo? Sarebbero stati tutti in grado di affrontare una simile spesa?».

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