Cassani, svegli il suo cuore e non lasci i bambini Sinti al gelo

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Gentile Sindaco Andrea Cassani,
non può lasciare al freddo le famiglie Sinte che ha voluto sgomberare. Non è umano, non è costituzionale, non è civile. 

È un’azione irresponsabile che sicuramente Lei sta vivendo come “razionale”, pensando di avere “coperture politiche e istituzionali”. Ma non è così, si sbaglia. 

Arriva il freddo più rigoroso e in Italia la gente sta morendo, quando non ha un tetto sulla testa.

EveryOne Group, l’organizzazione umanitaria di cui sono co-presidente, sta evitando situazioni tragiche a Genova e in altre città sia con sacrifici personali (coperte, piccoli aiuti economici, cibo), sia promuovendo appelli presso istituzioni che riescono a comprendere la gravità di azioni che potrebbero uccidere e che in ogni caso minano la salute di bambini, donne e uomini innocenti (o “colpevoli di povertà”, ad avviso di autorità non lungimiranti, non vicine ai valori della civiltà). Riusciamo a preservare l’integrità e la salute di alcune famiglie, però, solo quando troviamo le parole adeguate a superare ideologie ed errate convinzioni, per mostrare le più gravi urgenze a istituzioni e cittadini i cui occhi non vedono più la verità, ma la percepiscono distorta attraverso il filtro del pregiudizio.

Tre bambini Sinti di Gallarate, Sindaco, si sono ammalati, dopo la Sua decisione di metterli sulla strada e due di loro sono in ospedale. Hanno contratto la polmonite. Il terzo ha la febbre alta. Le famiglie rimaste senza casa non sono attrezzate né abituate a vivere all’aperto, perché da tanti anni abitavano nel campo della Sua città, che era tutto ciò che possedevano. E adesso arriva un’ondata di gelo. Ecco perché sono disperate e si affidano a chiunque si mostri umano verso di loro, verso i loro bambini. Ecco perché, recentemente, è avvenuta la ribellione che i media hanno presentato come un atto violento fine a se stesso, ma che in realtà rappresenta la disperazione di chi vede i diritti umani dei propri bambini, delle proprie famiglie non più protetti e il valore della vita e della dignità dei propri cari annientato. Spiegano in sintesi questa condizione e la reazione delle vittime la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani: 

“Considerato che è indispensabile che i diritti umani siano protetti da norme giuridiche, se si vuole evitare che l’uomo sia costretto a ricorrere, come ultima istanza, alla ribellione contro la tirannia e l’oppressione”.

Gentile Sindaco, se dovessero accadere tragedie irreparabili a Gallarate, conseguenti alle Sue decisioni, Lei sarebbe il solo responsabile e, mi creda, le più alte cariche istituzionali La abbandonerebbero, Le getterebbero la croce addosso, La accuserebbero di aver esagerato, di aver oltrepassato i pur labili confini che gli  intolleranti (sono tanti, ormai, a tutti i livelli) hanno “fissato”con le loro dichiarazioni. 

Agisca per il Suo proprio bene, sindaco, ma prima ancora, agisca per quei valori che di certo possedeva una volta: quando ascoltava, da ragazzo, i Suoi nonni, quando era giovane e credeva nella giustizia sociale, quando vedeva un film dalla trama incentrata sulle sofferenze dei poveri e sul loro riscatto e si commuoveva fino al pianto. Svegli quel cuore, caro Sindaco! Svegli quel CUORE, che era caldo, generoso, forse anche ingenuo,  ma comprendeva la verità, sapeva che il nostro destino e quello di chi è più debole di noi sono collegati. Siamo una famiglia, Sindaco: soffriamo tutti, abbiamo tutti momenti in cui ci serve una mano tesa. Sappiamo che la fortuna è volubile e che il male fatto ad altri prima o poi ci ritornerà addosso… Non è sempre stato così, nei secoli dei secoli? E allora, Sindaco, perché non recupera l’animo dei Suoi tempi migliori, perché non ascolta la voce della società civile (le persone che vivono con i poveri e li conoscono bene), perché non pensa alle parole del Vangelo o, se non crede, a quelle della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani o a quelle della Costituzione, su cui ha giurato, quando è diventato primo cittadino. 

Primo cittadino… e l’ultimo? La sua vita non vale forse come quella del primo, caro Sindaco? 

Sia più veloce del freddo, più veloce dei ragionamenti di convenienza politica, più veloce del pensiero che imperversa di questi tempi e chiede ai rappresentanti istituzionali di essere spietati con gli ultimi, se vogliono mantenere il consenso. Sia giusto. Sia umano. Nessuno potrà criticarLa per avere scelto il bene e la vita. Dia un riparo alle famiglie sgomberate e poi lavori per trovare una soluzione che non porti malattie, dolore, emarginazione, paura, solitudine, abbandono e anche…morte. Che porti, invece, speranza, ottimismo e vita.

La prego. Con tanta speranza.

 Roberto Malini
(co-presidente di EveryOne Group di Genova)

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