Gallarate, due bimbi Sinti in ospedale. In città volantini-sfottò contro Cassani

gallarate sinti cassani

GALLARATE – Il primo giorno del 2019 finisce nel peggiore dei modi per i Sinti del campo di via Lazzaretto: «Due bambini finiti al pronto soccorso dell’ospedale di Gallarate». In ospedale sono finiti la piccola Ellen, 4 anni e 39 di febbre, con nausea, e l’ancora più piccolo Lord, 9 mesi, 40 di febbre «Che non riuscivamo ad abbassare», dice la madre. E in città è comparso, ad opera dei centri sociali, “il bacio” di Cassani su decine di volantini affissi.

Bambini con 40 di febbre

Antibotici, antipiretici, una pioggia di medicinali: «Questi sono i casi più gravi – spiega Pino, uno dei Sinti che oggi, mercoledì 2 gennaio, è tornato, con altri tra i quali dei bambini, davanti al comune di Gallarate per far sentire al sindaco Andrea Cassani la presenza di una comunità senza più casa – In realtà 19 dei 38 minori sgomberati dal campo di via Lazzaretto sono ammalati. A causa del freddo e del gelo che devono subire dopo lo sgombero». E non sono gli unici: una donna di 50 anni ha la broncopolmonite. «Stiamo nel posteggio di piazza Mercato – spiega Pino – Le donne e i bambini dormono stipati nei camper e nelle roulotte. Gli uomini dormono in macchina. Il freddo è quasi insopportabile». I Sinti torneranno davanti al comune anche domani: «Cassani non ha avuto il coraggio di affrontarci. Non si è mai fatto vedere. Assurdo», dicono i Sinti riuniti in un piccolo presidio assolutamente pacifico dopo i disordini scoppiati il 31 dicembre.

Domani primi incontri con i Servizi Sociali

«Domani – spiega Pietro Romano, avvocato dei Sinti – inizierà lo screening famiglia per famiglia da parte dei Servizi Sociali del comune. Si sarebbe potuti arrivare a quest’apertura molto prima. E il 31 non sarebbe successo nulla: la violenza è da condannare sempre, ma negli ultimi due mesi questa comunità è stata portata all’esasperazione». Romano ha anche contattato il consigliere regionale Pd Fabio Pizzul: «Mi ha assicurato che i fondi europei per sostenere i piani di inclusione ci sono e sono cospicui. Sia chiaro: l’attivazione del tavolo non costerebbe un euro ai gallaratesi. Si tratta di finanziamenti europei. Se Cassani non attiverà la procedura, sarà evidente la non volontà politica di risolvere la situazione». L’esempio è Merano. Il Comune ha sgomberato in campo Sinti mesi fa. Ma prima di farlo ha aderito al bando regionale e ottenuto i fondi europei in questione. Con questi ha attrezzato un’area dove i Sinti si sono sistemati pagando un affitto calmierato mensile. «E stiamo parlando dell’Alto Adige – dice Romano – Si sono organizzati. Quando hanno eseguito lo sgombero lo hanno fatto in un conteso di assoluta legalità, citando Cassani».

Il volantino sfottò contro Cassani

gallarate sinti cassani

Cassani che ha incassato la solidarietà della Lega, dopo i fatti del 31 dicembre, ma che è diventato oggetto di un volantino in bilico tra la satira politica e lo sfottò, affisso in centro a Gallarate e ancora visibile sulla pubblica via in zona stazione, che, richiamando il murale comparso a Roma con il bacio tra Salvini e Di Maio, ritrae il sindaco di Gallarate bocca a bocca con un esponente delle forze di polizia. Il messaggio recita: «Non non abbiamo bisogno degli uomini. Cassani ha bisogno delle sue guardie». L’affissione dei volantini non è imputabile ai Sinti, piuttosto riconduce ai centri sociali che qualche giorno fa avevano già imbrattato la facciata di palazzo Borghi con una scritta anti-Cassani poi ripulita. I Sinti saranno davanti al comune anche domani, in attesa dell’8 gennaio quando sarà discusso dal collegio del tribunale di Busto il reclamo urgente presentato da Romano: «Se ci diranno che la sede competente è quella del Tar, ricorreremo al Tar. Vado sino in fondo».

gallarate sinti cassani – MALPENSA24