Cassano, Legnano e Busto unite per commemorare il partigiano Mauro Venegoni

CASSANO MAGNAGO – L’emergenza Covid non ferma la tradizionale commemorazione Mauro Venegoni, partigiano antifascista e promotore della Resistenza operaia nell’Alto Milanese, ucciso nel 1944. Il cui ricordo unisce tre città: Legnano dove era nato, Cassano Magnago e Busto Arsizio sul cui confine fu ritrovato il suo corpo senza vita, torturato e oltraggiato. «Facciamoci un nodo al fazzoletto e ricordiamoci di parlare di Mauro Venegoni a parenti, amici e conoscenti» il suggerimento del neo-sindaco di Legnano Lorenzo Radice, a cui toccava il compito di effettuare il discorso ufficiale.

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La commemorazione

Niente palco quest’anno, né il tradizionale corteo, per la cerimonia: solo la commemorazione di fronte al Monumento per non richiamare la gente. Accanto ai tre sindaci di Cassano Magnago, Legnano e Busto Arsizio, i rappresentanti delle tre Anpi oltre alla presidente provinciale dei Partigiani Ester De Tomasi, e pochi altri, in tutto meno di una ventina di persone per evitare assembramenti. «È stato un momento per non perdere questa opportunità di ritrovarci nel segno di Mauro Venegoni – le parole del sindaco di Cassano Magnago Nicola Poliseno – per noi è stata l’occasione anche per un saluto e un minuto di silenzio in memoria di Amleto Noce, per tanti anni presidente dell’ANPI a Cassano, e per annunciare che abbiamo mantenuto l’impegno a posizionare una targa dedicata alla memoria di Mauro Venegoni anche nel Sacrario del Cimitero, a fianco di caduti delle due guerre mondiali e della guerra di Libia, i caduti della Resistenza e i martiri delle Foibe».

Il discorso ufficiale

A pronunciare l’orazione ufficiale, che come da tradizione è a rotazione tra i tre sindaci, quest’anno c’è il neo-primo cittadino di Legnano Lorenzo Radice, che ha ammesso la sua «grande emozione» della prima volta e ha parlato di una «commemorazione non scontata» per almeno tre motivi. «Perché la memoria è sempre più messa a repentaglio dalla comoda quanto pericolosa tentazione dell’oblio. Perché i seguaci di subdoli pensieri revisionisti cercano in modo ricorrente di farsi largo nelle nostre comunità. Perché le circostanze determinate dal Coronavirus rendono tutto più complicato». Radice ha poi fatto un appello al ricordo di Venegoni: «Siamo meno del solito, oggi. Il senso di responsabilità ce lo impone. E allora facciamoci un nodo al fazzoletto. Quando torniamo a casa ricordiamoci di parlare a qualcuno, un amico, un conoscente, un figlio, un nipote, di Mauro Venegoni e di tutti coloro che non si risparmiarono per darci ciò che oggi, forse, diamo superficialmente per scontato».

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